Le Feste si avvicinano, quale momento migliore per rinverdire la nostra collezione di vinili? Torna l’appuntamento con i dischi che, secondo noi, ogni buon audiofilo dovrebbe possedere.
26 – Led Zeppelin – II
Tuffandosi nello studio di registrazione durante le tappe del tour negli Stati Uniti, il gruppo utilizzò le sessioni di registrazione per rilavorare efficientemente una manciata di vecchi standard di blues e rock e quindi scrivere originali che variassero sul tema in un modo che avrebbe dato forma al loro sound e a quello di centinaia di musicisti che sarebbero venuti dopo di loro. Musica potente, inebriante, che fu registrata mentre la band era all’apice della forma, mettendo nella musica in studio l’energia dei loro show dal vivo, assoli incredibili e tutto il resto. Molti diranno che IV è l’album migliore, ma noi diciamo che il II lo supera di un piccolo margine… giusto abbastanza per inforcare la motocicletta di Jon Bonham.
27 – Madvillain – Madvillainy
Madvillainy fu pubblicato nel 2004 dalla Stones Throw Records, come uno degli album di hip – hop underground più attesi della storia. La collaborazione tra Madib e MF Doom fu una collaborazione di quelle che avvengono una volta per generazione, tra due geni musicali con approcci molto differenti alla creazione. Non appena cominciarono a circolare indiscrezioni e si moltiplicarono i rumors intorno a quello che i due stavano mettendo a punto, ognuno dei due concentrò la propria energia e così facendo produssero un album che nessuno dei due avrebbe mai potuto creare da solo. Pieno di corposi beats jazz e testi impeccabili, con una fotografia iconica per la cover, Madvillany è un classico hip hop unico, più che meritevole di un posto sulla vostra mensola.
28 – Marvin Gaye – What’s Going On
L’undicesimo album di Marvin Gaye (i musicisti facevano davvero un mucchio di album in passato), mostra un artista che ignora la sua etichetta per scrivere musica di pancia. Venduto come il primo album ad essere prodotto dallo stesso artista, What’s Going On è formato da nove canzoni di lucida, saggia cronaca raccontata dalla prospettiva di un veterano di ritorno dalla Guerra del Vietnam e che trova il suo paese completamente stravolto. Uno dei migliori album di quel periodo, viene da un’epoca in cui gli album erano incisi su vinile da persone che avevano inciso su vinile per tutta la vita. Compratelo nuovo, se volete, ma trovare una copia in buone condizioni nella sezione degli usati del vostro rivenditore di dischi locale, significherà stringere tra le mani un po’ di storia mentre state ascoltando il momento esatto in cui quella storia veniva scritta.
29 – Michael Jackson – Thriller
L’album più venduto di tutti i tempi … eccolo. Che altro aggiungere? Con un budget di produzione di 750mila dollari, prodotto meticolosamente da Quincy Jones, contiene “Thriller”, “Billie Jean” e “Beat It”, considerato da molti il miglior album degli anni Ottanta … di cos’altro avete bisogno? E’ Micheal Jackson.
30 – Miles Davis – Kind of Blue
Se il vostro piano è di procurarvi un solo album di jazz su vinile, per prima cosa dovreste rendervi conto di quanto terribile sia questa decisione: il jazz è uno dei generi di musica che suona meglio in questo formato, con l’originale registrazione della Blue Note che raccoglie milioni e perfino migliaia di dollari all’asta. Comunque, se persistete nella vostra folle decisione dovreste prendere Kind of Blues di Miles Davis. L’album di jazz più venduto di tutti i tempi, messo insieme da un gruppo di artisti di enorme talento – John Coltrane, Julian “Cannonball” Adderley, Bill Evans, Wynton Kelly, Paul Chambers, Jimmy Cobb e naturalmente lo stesso Davis. Ai musicisti furono fornite soltanto le linee di base delle canzoni e poco altro, poiché Davis voleva catturare la spontaneità che sapeva essere il vero cuore del jazz. Funzionò perfettamente e quando la ascolterete dal vinile, comincerete a capire perché il grande jazz è qualcosa che si sente e non semplicemente si ascolta.
Secondo me, un buon audiofilo avrebbe bisogno anche di un “London Calling” o chessò io un “Sandinista” eh.. ? 😉