Ritorna l’appuntamento con la raccolta dei vinili che non possono assolutamente mancare nella nostra collezione, con un quinto episodio dedicato quasi interamente ai classici.
Buona lettura!
21 – Johanna Newsom – Have One On Me
Ogni collezione ha bisogno di diversità artistica, e Joanna Newsom ne fornirà moltissima in una volta sola. L’edizione speciale in vinile di Have One On Me è il suo terzo LP completo, che suona per oltre due ore di musica, mostrando sapientemente le sue capacità sull’arpa e le sue indiscutibilmente brillanti doti di autrice. C’è una ragione se artisti come i Fleet Foxes, M. Ward e The Deceberists hanno prontamente eseguito delle cover della sua musica: la sua abilità come cantautrice è di un’altra classe, di quelle che qualsiasi ascoltatore concentrato può apprezzare.
22 – John Coltrane – A Love Supreme
Registrato in un’unica sessione presso il Van Gelder Studio (Rudy Van Gelder … un nome molto importante da conoscere per chi è in procinto di acquistare dischi di jazz) quest’album è una lode, una preghiera spirituale in quattro parti scritta dallo stesso Coltrane, un gioioso messaggio di hard bop e free jazz che costituisce il suo lavoro migliore e una delle migliori sessioni di jazz mai registrate. Tutti gli elementi erano presenti per rendere quest’album nato per entrambe le proprietà sonore del vinile. Da avere assolutamente.
23 – Joni Mitchell – Blue
Oh, Joni Mitchell. Ascoltando l’autrice canadese nel suo quarto album, Si capisce dove abbia le sue radici un sacco di quel sentimentalismo che ci fa sfilare un vecchio album dalla mensola e farlo suonare. Mentre veniva fuori da una rottura devastante con James Taylor, Joni Mitchell spiegò a Cameron Crowe, in un’intervista del 1979: “… C’è una nota quasi disonesta nella voce. In quel periodo della mia vita, non avevo alcuna difesa personale. Mi sentivo come il cellophane avvolto attorno a un pacchetto di sigarette. mi sentivo come se non avessi assolutamente alcun segreto per il mondo a che nella mia vita non avrei mai potuto fingere di essere forte. O di essere felice. Ma il vantaggio di ciò nella musica fu che non c’erano difese nemmeno lì.”. Emozioni dalle corde vocali al nastro al vinile; dal vinile alle orecchie; dalle orecchie all’anima.
24 – Joy Division – Unknown Pleasures
Le iconiche onde radio sulla copertina dell’album … anche fosse solo per quelle l’album sarebbe incluso in questa lista, ma c’è di più. La musica è immensa. Descritta come “tracica”, “tetra”, “pesante”, la band post punk inglese fu inizialmente delusa dalla produzione, perché il disco suonava troppo come i lavori dei Pink Floyd. Senza curarsene andarono avanti con il pazzesco orecchio di Martin Hennett e tutti noi ne cogliamo i frutti. Un’esperienza musicale immersiva, da godere appieno attraverso un disco di cera, degli altoparlanti o delle cuffie di qualità.
25 – Kid Koala – 12 Bit Blues
12 bit Blues è un epico album su base blues che presenta il talentuoso DJ/mago del giradischi/ musicista Kid Koala. Eric San utilizzo un campionatore E – mu Sp – 1200 per creare le tracce per quest’album nel giro di 3 giorni senza l’utilizzo di moderni software di sequenzializzazione. Il risultato è 12 bit Blues, un album di musica blues reinventata che fa scuotere la testa in segno di stupore per la sua tecnica. Per essere brevi, il campione più lungo dell’intero album è lungo soltanto 10 secondi, il che significa che senza alcuna giunzione, ogni singola traccia avrebbe suonato per non più di 10 secondi se San non avesse messo manualmente in coda a parte successiva per tener viva la traccia (che è un sacco di lavoro con un sacco di campioni per far sì che un intero album suoni così fluido). Come bonus per l’acquisto del vinile, il packaging dell’LP comprende un kit per montare un giradischi di cartone alimentato a mano, che funziona davvero e riproduce musica… il modo perfetto per insegnare a qualsiasi miscredente come apprezzare davvero la musica analogica