Storie di Audiofilia: Perché sei un audiofilo?

“Perché non puoi smettere di essere un audiofilo?”

La domanda mi colse alla sprovvista. Non proveniva da uno dei soliti sospetti – un ostile anti-audiofilo o da un non-audiofilo che semplicemente non può capacitarsi del fatto che qualcuno abbia così a cuore qualcosa di inessenziale come la riproduzione del suono – ma da Louis, un ben vestito uomo di mezz’età con tanto di pizzetto che, tra i clienti del suo negozio di riparazioni audio, era conosciuto non soltanto per il suo virtuosismo come solista di violino classico, ma per la sua esperienza – qualcuno direbbe per la sua soprannaturale abilità – nel settare i giradischi in maniera che suonassero al meglio possibile.

Questo spiega perché, nel giorno in cui mi fece la domanda, Louis fosse in possesso del mio giradischi Rega Planar 5. Un’ora prima lo avevo portato al suo negozio, dove l’avrebbe parzialmente smantellato disponendone i pezzi sul suo piano da lavoro.

Vi avrebbe installato la mia nuova Denon DL-103 testina e  corpo, la versione in litio e alluminio modificata da Audio Musikraft con inserti di legno di ipé, dopodiché avrebbe profondamente e meticolosamente regolato il mio giradischi come solo lui era in grado di fare.

Nonostante il suo aspetto esile e ricurvo, la reputazione di Louis ne faceva una figura straordinaria in grado di mettere soggezione e, preso di sorpresa, risposi alla sua domanda come un idiota balbettante. “E’ per tutto l’impianto di riproduzione, giusto? L’odore, la sensazione tattile e, ehm … la forma … sono esaltanti.” Potevo sentire vapore bollente alzarsi dalla mia faccia. Stavo arrossendo, per l’amor del cielo. “E per il suono, giusto? Ascoltare cose nuove. Nuovi significati. Tutte quelle cose da audiofilo di vecchia scuola”.

Al centro del mio blaterare da cliché c’era un fatto: nulla che io possa comprare, togliere dalla confezione e inserire in un qualsiasi aspetto della mia vita quotidiana, in qualsiasi altra categoria di prodotto, ha il potere di mettermi in pace con il mondo quanto l’attrezzatura audio. Allo stesso modo la scoperta di nuovi frammenti e significati di arte musicale attraverso il suono migliore che si possa ottenere è ancora in grado di sopraffarmi con rapimento, meraviglia e gratitudine.

Louis non avrebbe manifestato nulla di tutto ciò: “Mais non” disse, alzandosi dal suo sgabello soltanto per puntare un dito ossuto contro di me. “Trovami la risposta, o non ti restituirò il tuo giradischi, compris?” Prima che io potessi protestare, disse: “Ma! Io ti prometto che una volta che avrò finito con lui, il tuo giradischi suonerà meglio di qualsiasi altro componente audio che tu abbia mai ascoltato. Abbiamo un patto?”

Mi porse la mano. A malincuore io la strinsi.

***

Venuto il giorno successivo, pensavo di aver trovato la risposta alla domanda di Louis. Sicuramente aveva a che fare con il fatto che il suono era il mio compagno più fidato. Potevo contare su di lui – per alcuni versi – più che sulle persone che nella vita mi erano maggiormente vicine.

Vediamola con pragmatismo. Rendendo più facile la fruizione di un suono ad alta qualità quando dove e come voglio, la tecnologia ha in effetti liberato la mia esperienza di ascolto: questo mi ha permesso di non sentirmi mai completamente solo. Dovunque io sia, a qualunque ora del giorno, la tecnologia del suono mi guarda le spalle. Chiamai Louis per dirgli così.

Non ne fu impressionato. “Risposta sbagliata, monsieur”, gracchiò.

***

Lo chiamai molto presto la mattina successiva per tentare di nuovo la fortuna. “La community!” gridai nel ricevitore. “Il nostro senso di community con gli altri appassionati è il motivo per cui non possiamo smettere di essere audiofili.” Sentii un sospiro gutturale. La linea era caduta.

Nei giorni successivi, un senso crescente di rifiuto e disperazione si impossessò di me, molto più del solito, mentre cercavo conforto nell’ascolto di musica attraverso un impianto ad alta fedeltà. Ah – ha! Pensai.

La risposta dev’essere nel modo in cui l’ascolto ad alta definizione ci fa sentire. Un altro cliché da audiofilo, di certo – tranne per il fatto che in quel preciso momento io non avrei potuto immaginare una spiegazione migliore del perché continuiamo ad ascoltare musica e a migliorare i nostri impianti hi – fi. Un’alta qualità della riproduzione del suono ci fa sentire bene e, naturalmente, ciò che ci fa sentire bene è quel che desideriamo di più.

Ahimé, Louis aveva un’altra idea. Con l’abilità di un cecchino, mi fece fuori con un proiettile solo: “Non!”

***

Cominciai a perdere il sonno. E l’appetito. Cominciai a litigare con mia moglie e con i miei figli su ogni sciocchezza.

Alla fine ne avevo abbastanza. Alla malora il Rega: a quel punto, più che voler indietro il mio giradischi, io avevo bisogno di conoscere, il prima possibile per la salvezza della mia sanità mentale e per la serenità della mia famiglia, la risposta alla domanda di Louis.

Entrai barcollando nel suo negozio. Se ne stava seduto ad affrontarmi sul suo sgabello, con le gambe accavallate, il mio giradischi già inscatolato, ben chiuso con il nastro adesivo e sistemato di fianco a lui sul suo tavolo da lavoro. Chiesi di conoscere la risposta.

Sollevò un sopracciglio. “La risposta sta risalendo la tua trachea in questo istante” disse.“Lo senti?”

Lo sentivo. Alla fine quel qualcosa si fermò e mi uscì la voce: “L’audiofilia mi definisce.” Feci una pausa, chiedendomi se le mie parole avrebbero continuato senza di me. Non lo fecero. “L’audiofilia è stata una parte della mia vita così a lungo che ora è inseparabile da quel che sono. L’audiofilia possiede …” Il mio labbro inferiore tremò.

“Ssentiamo”, sibilò Louis.

L’audiofilia possiede  … la mia anima.” Scoppiai in una risata sgraziata.. “L’audiofilia possiede la mia anima!”

Era stata lì, dentro di me per tutto il tempo, la risposta alla domanda di Louis e, improvvisamente, era venuta fuori.

“Voilà!” Con uno scintillio negli occhi Louis mi consegnò il mio giradischi: “Sarà la cosa migliore che tu abbia mai ascoltato.”

Io sorrisi, e annuii con gratitudine. Non vedevo l’ora di collegarlo.

Robert Schryer
Testo originale su: www.audiophile.com

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