Audiofili in equilibrio precario tra costo e prestazioni di un impianto
Come scegliere un impianto Hi-Fi? Bastano le prestazioni o anche l’estetica vuole la sua parte? Il potere d’acquisto è un limite insormontabile per un audiofilo? Risposte serie e semiserie a quesiti fondamentali.
Il miglior impianto per audiofili non esiste
Si tratta di una provocazione, e anche datata, eppure il miglior impianto per audiofili non esiste nel senso assoluto del termine: non ne esiste uno che sia definitivo perché la tecnologia è in continua evoluzione, perché la sensibilità è diversa per ogni audiofilo, e perché un impianto non può essere analizzato al di fuori del contesto in cui sarà utilizzato. E poi perché i veri appassionati ne vorrebbero uno diverso per ogni genere musicale, album, canzone.
Ne consegue che c’è un impianto Hi-Fi perfetto per ogni audiofilo in un determinato momento storico e in un determinato ambiente d’ascolto.
Il secondo corollario all’assioma che un impianto Hi-Fi perfetto non esiste è che la costruzione di un impianto Hi-Fi è un obiettivo perpetuo per un audiofilo, il quale finirà irrimediabilmente per adattare il proprio impianto all’evoluzione della tecnologia, dei suoi gusti e della sua casa. Denaro permettendo, naturalmente.
Cultura e ascolto di musica: audiofili nel mondo
Trattando di questo argomento è interessante riflettere anche sul fatto che per quanto gli audiofili di tutto il mondo affrontino bene o male gli stessi problemi, ogni paese e ogni cultura pone ai suoi audiofili sfide particolari.
Lo sanno bene le case produttrici, che adeguano i propri standard alle situazioni ambientali più comuni nel proprio mercato di riferimento.
Ad esempio: tutti coloro che hanno avuto modo di passare del tempo a Londra si sono resi conto che la moquette è imperante in quasi tutti gli ambienti di una casa, così come nelle camere d’albergo. In un’abitazione inglese quindi, il suono rimbalza diversamente da come farebbe in una comune casa italiana, dove i pavimenti sono per la maggior parte in cotto.
Per la serie “le dimensioni contano”, in una casa americana le stanze sono molto più ampie di quelle europee e molto spesso comprendono spazi vuoti. Ne consegue che i diffusori da pavimento negli Stati Uniti danno il meglio di sé, cosa che non sempre riesce da questa parte dell’Atlantico.
In Giappone: un vecchio saggio insegna agli audiofili la via della purezza
Naturalmente, se ogni cultura ha un diverso approccio alla fruizione di musica, ne ha uno anche per la risoluzione dei relativi problemi tecnici (pane quotidiano degli audiofili nel mondo).
Un arzillo audiofilo giapponese di 82 anni ha speso molte migliaia di dollari per farsi installare nel giardino di casa un palo della luce privato (ne ha parlato anche il Wall Street Journal). Perché? Perché come tutti sappiamo le prestazioni degli impianti sono in una certa misura influenzate dall’alimentazione elettrica. In Italia il valore ufficiale si aggira intorno ai 230V 50hz ma si tratta di un valore praticamente indicativo, che raramente viene mantenuto per lunghi periodi e in maniera costante. Questo accade principalmente perché a un unico palo della luce sono attaccati gli elettrodomestici di più abitazioni.
Tutto chiaro quindi? Se il vostro impianto è afflitto da troppe interferenze, fate come l’onorevole mister Morita e piantate un palo della luce tutto vostro nel giardino sul retro… Oppure usate un condizionatore di rete vero 🙂
Le prestazioni di un impianto Hi-Fi per audiofili
Dopo questa rapida disamina sui problemi più comuni e sulle soluzioni meno comuni nel mondo dell’audiofilia, arriviamo al nocciolo della questione: quali caratteristiche deve avere un impianto hi fi per essere scelto da un audiofilo?
Tutti gli audiofili degni di questo nome risponderanno che le prestazioni sono il cardine fondamentale su cui ruota la riflessione che precede la scelta di un impianto Hi-Fi.
Molto semplicemente, a questa domanda non c’è alcuna risposta. Possiamo dare alcune risposte parziali restringendo di molto il campo d’azione, per esempio cercando di capire quale sia il miglior impianto per un principiante che si voglia avvicinare all’audiofilia e abbia un determinato budget, oppure quali specifiche debba avere un impianto per ascoltare uno specifico genere in uno specifico ambiente.
Tutto il resto, come direbbe qualcuno, sono sovrastrutture. E gusto personale. Insomma, l’unica caratteristica dell’impianto perfetto è quella di essere perfetto per noi.
L’aspetto ludico e il mercato dei cavi: la speculazione sugli accessori per audiofili
E’ una volta acquistato l’impianto che comincia il vero gioco dell’audiofilia. Un gioco tecnico fatto di studio, di ricerca, di conquista, di ripensamenti.
Non è possibile costruire un impianto completamente da zero ma è possibile apportare un numero altissimo di modifiche a costi relativamente contenuti ed è questo a tenere costantemente in vita la passione di un audiofilo.
Nel corso del tempo infatti i veri audiofili finiranno per mettere assieme una collezione personale di accessori, di amplificatori e diffusori, soprattutto di cavi.
Il mercato dei cavi, esploso nei primi anni Ottanta, è il più eclatante esempio di quanto l’aspetto ludico sia fondamentale per un audiofilo.
Scriveva Diego Nardi, nel 2013:
Le case di produzione e la stampa specializzata ne hanno approfittato, arrivando, negli anni Ottanta, a convincere gli Audiofili, che fosse consono pagare 350.000 lire per un metro di cavo e qualche anno dopo a 2.000.000 al metro. Negli anni Novanta si è arrivati a pagare 6.000.000 al metro e nessuno ha battuto ciglio e si sono proposti cavi ad acqua e cavi di piombo.
Un buon impianto quindi è soltanto un primo e incompleto punto di partenza per il bisogno di perfezione tecnica di un audiofilo. La risposta, temporanea per definizione, si costruirà pezzo dopo pezzo, e cavo dopo cavo.
In ogni caso, rivolgersi a un rivenditore di fiducia e a un gruppo di appassionati in grado di fornire consigli spassionati è sempre una regola d’oro.
Estetica per audiofili: importa davvero?
Il secondo punto fondamentale da tenere in considerazione al momento di acquistare un impianto è costituito dalle sue caratteristiche estetiche.
L’ingombro, la forma, la compattezza, la stabilità, la finitura di un impianto Hi-Fi e dei suoi accessori sono argomenti di peso sicuramente inferiore, ma che nel complesso influenzano la scelta al momento di un acquisto, soprattutto perché l’impianto Hi-Fi si trasforma nel bene e nel male in un pezzo d’arredo, e andrà a occupare parte di una stanza che nella maggior parte dei casi un audiofilo condivide con altre persone.
Gli audiofili minimalisti … e quelli che di minimal non comprano niente
Sui gusti personali non si discute, soprattutto in fatto di estetica. Qualcuno fa i risvolti ai pantaloni, qualcuno porta solo dolcevita neri.
Qualcuno compra il Maya della Davis Acoustic
mentre qualcun altro non può fare a meno del Nautilus di Bowers & Wilkins che può essere definito in moltissimi modi, ma non “minimal”.
Mamma ho sposato un audiofilo: audiofilia, famiglia e soggiorno
L’audiofilo è nella stragrande maggioranza dei casi un solitario e un incompreso. La sua preziosissima strumentazione viene guardata con sufficienza e con ostilità, viene definita spesso solo in termini di ingombro, (in)accettabilità estetica e capacità di raccattare polvere dai più lontani sistemi planetari .
In breve, l’impianto di un audiofilo viene inevitabilmente bistrattato e, nel peggiore dei casi, l’audiofilo viene bistrattato insieme alla sua strumentazione.
La convivenza è una questione complicata, che spesso obbliga a scendere a compromessi. Ma se con un po’ di fortuna e perseveranza si può educare il partner … trovare un partner comprensivo, c’è qualcosa con cui non c’è verso di averla vinta: il portafogli.
Il prezzo dell’audiofilia: come scegliere un impianto Hi-Fi ponendosi le giuste domande
Secondo un vecchio adagio, il modo migliore di far suonare un impianto alla perfezione è comprare l’impianto e poi costruirci intorno la casa. Se questo approccio così radicale non è esattamente alla vostra portata e non avete intenzione di piantare un palo della luce in giardino come il signor Morita, dovrete (l’abbiamo già detto?) scendere a compromessi.
Le domande fondamentali a cui rispondere prima di procedere a un acquisto sono:
- Che prezzo posso permettermi?
La forbice dei prezzi tra il top e il bottom di gamma di ogni brand è veramente ampia, ma questo non vuol dire che un impianto che costi la decima parte di un altro debba necessariamente suonare dieci volte peggio: tutto sta nel come lo si usa (è un vecchio adagio anche questo, ma sempre in voga e applicabile in molti contesti).
Se non potete permettervi un Enigma Veyron modello EV-1D (alla modica cifra di 700.000,00 Euro) questo non vuol dire che dovrete considerarvi audiofili di serie B. Al contrario, apprezzerete maggiormente i risultati che avrete ottenuto partendo da budget ragionevoli. - Dove saranno posizionati gli altoparlanti? Questa domanda ne contiene implicitamente altre che sono: quanto è grande la stanza destinata ad accogliere il mio impianto? Saranno utili dei diffusori da pavimento e ci sarà spazio a sufficienza per lasciare sgombra l’area intorno ad essi ? Con chi dovrò condividere la stanza dell’Hi-Fi ? Voglio coinvolgere altre persone nella scelta del mio impianto?
Conclusioni
L’unica regola valida per un audiofilo è sempre e comunque prestare massima attenzione a ciò che dicono le orecchie. L’emozione è tutto: quando un impianto è in grado di restituire un suono che emoziona, è quello giusto.
Fidatevi dei consigli degli audiofili su come acquistare un impianto Hi-Fi , ma non prendeteli come oro colato perché nessun altro al mondo possiede la vostra stessa sensibilità e in audiofilia è stato sostenuto tutto e il contrario di tutto, sono state combattute battaglie decennali tra fazioni opposte e difficilmente si è arrivati a una conclusione universalmente accettata.
Partendo da questo assunto, che ogni audiofilo si faccia un esame di coscienza prima di sparare a zero su qualcuno che abbia fatto delle scelte tecniche diverse dalle sue. Se gli audiofili fossero leggermente più tolleranti gli uni con gli altri, quello dell’audiofilia sarebbe un mondo nettamente migliore.
Il prezzo di un impianto Hi-Fi sarà alto nella maggior parte dei casi ed è implicito che potenzialmente le spese per un impianto sono destinate a continuare per anni, ma qualcuno ha detto che un impianto Hi-Fi da audiofili è una macchina del tempo e da che mondo è mondo le macchine del tempo si costruiscono sulle Delorean e non sulle Duna.