Ben ritrovati carissimi,
Finalmente, dopo grafici e numeri è arrivato il momento di goderci le impressioni d’ascolto di quest Cantico CX8 Monitor che reputo non proprio tipici. Vi invito a leggere lo scritto di Alfredo Di Pietro che ho riportato integralmente perché mi sembra che abbia colto in pieno non solo le caratteristiche soniche, ma piuttosto il carattere e lo spirito di queste casse. Ogni commento, al solito, è gradito così come ogni domanda :).
tutti i diffusori Cantico sul sito www.cantico.eu
Per un ascolto potete trovarli a Biella, Milano e Roma nelle nostre showroom.
L’ASCOLTO
SETUP
Finale di potenza EAM Lab PA2150
Personal Computer HP G62 con player Foobar2000 e JRiver Media Center
Scheda Audio E-MU Creative Pre Tracker USB 2.0
M2Tech hiFace DAC 384/32 (collegate direttamente ai finali)
Giradischi Pro-Ject Debut II SE con testina Denon DL 160
Preamplificatore Phono Grandinote Celio
Cavi di segnale Supra Dual RCA e Kimber Hero
Cavi di potenza Fluxus Alimentami
Bob Mintzer – One Man
Bob Mintzer Quarter – Quality Time
Michael Brecker – Wide Angles
Jaco Pastorius – Anthology: The Warner Bros. Years
ABBA – Greatest Hits Vol. 2
Fabrizio De Andrè – In Direzione Ostinata e Contraria Vol. 1 e 2
Fiorella Mannoia – Canzoni
A Woman’s World – Songs From the Finest Female Vocalist
Hiromi – Beyond Standard
Mike Stern – Time in Place
Maurizio Baglini – Mussorgsky. Pictures at an Exhibition and All Other Piano Works
Maurizio Baglini – Robert Schumann – Carnaval
Gustav Mahler – Sinfonia N° 5
Gustav Mahler – Sinfonia N° 7
Codex Reina – Ballades, Virelais et Rondeaux 14eme siecle – Continens Paradisi
Music From The Reign Of King James I – The Coir Of Westminster Abbey – James O’ Donnell
E’ bene dirlo subito e senza mezzi termini. Quanto di eclatante si percepisce nelle prestazioni di questo stimolante monitor può essere riassunto in pochi ma importanti elementi: basse frequenze non estesissime ma articolate, granitiche, eccellente coerenza, punch, tenuta in potenza, grande presenza del medio, alte frequenze vive e straordinariamente dettagliate.
Questo è quanto le Cantico raccolgono dal seminato di scelte progettuali atipiche ma coraggiose, volte ad esaltare le qualità dei migliori esponenti della categoria senza però raccoglierne le debolezze o gli eccessi. Un monitor ben temperato che ripudia un certo tipo di scontrosità dei trasduttori professionali entrando a pieno diritto nella categoria dei diffusori Home ben suonanti, ma con una marcia in più.
Le CX8 esaltano le grandi qualità espressive del sax di Bob Mintzer, con grande lucidità districano tessuti musicali di notevole complessità. In fondo è proprio questo il loro mestiere: rendere evidente quanto di buono o di cattivo c’è in ogni registrazione. In “Emit A1” l’elettrizzante tessuto ritmico di basso e batteria viene reso con un sound compatto, energico. Alzando il volume non si avvertono cedimenti di sorta ma si giunge a una prestazione che ha dell’esaltante. Le sue qualità vanno oltre una sia pur lodevole grinta, la sua abilità non si risolve nel solo impatto, evidentemente, ma entrano in gioco altri elementi “accessori” come una grande finezza, cura del dettaglio e un’articolazione da primato. Bop boy e Groovetown vanno ascoltati a volumi poco condominiali, solo così riescono a trasmettere completamente l’impareggiabile feeling legato alle loro scattanti trame musicali, con il piede che non riesce a star fermo, quasi costretto a battere il ritmo. I piatti brillano per equilibrio timbrico, hanno un’incisività che pare quasi scolpita nel marmo, secchi e potenti i colpi di tom tom per non parlare delle fucilate sparate dal rullante.
Michael Brecker segue a ruota, un altro gigante del jazz moderno, anche lui tenorsassofonista ai vertici della scena musicale jazz degli anni ’80. Si riconosce una gamma alta di spessore notevole, solida e nitida senza mai essere graffiante, sempre sostenuta da una micro e macrodinamica egregie. E’ forse questo il tratto che distingue le CX8 da altri monitor che tendono su queste a essere più aggressivi. Loro no, riescono a essere ammirevolmente accurate senza incappare nella sguaiatezza o in un suono tendenzialmente aggressivo. In Night Jessamine la coerenza, la velocità sono tra le sue migliori qualità, nessuno scalino o salto si affaccia, tutto è ben teso e coeso. Coerenza e “mediosità” ci proiettano in solidi scenari sonori a due passi da noi. E’ la stessa grande concretezza, il basso teso, estremamente puntuale, rivelatore come pochi che troviamo nel Jaco Pastorius di Anthology, un album che mi godo dall’inizio alla fine letteralmente incollato al divano. Le CX8 sono il diffusore giusto per assistere allo spettacolo delle note di basso suonate alla velocità della luce, come sparate da una mitragliatrice, senza perdersene nemmeno mezza. In questa come in altre occasioni scopriamo il piacere di tenerci lontano dai bassi poltiglia o marmellata, come preferite, la soddisfazione di sentir snocciolate le note a raffica e con la massima intellegibilità.
Dicevamo che le Cantico sono un po’ avare nel registro inferiore, questo è un dato di fatto, ma non si può dire che ne siano sprovviste. Con un opportuno posizionamento il basso viene fuori e dà pure l’impressione di essere discretamente profondo, grazie al rinforzo in zona di accordo che tira su i 40-50 Hz e aiuta a non perdere troppo terreno sul contrabbasso, sull’organo o nella parte più a sinistra della tastiera del pianoforte. Non è un basso che vi farà tremare le viscere ma sarà sempre pulitissimo e soprattutto non ecciterà più di tanto le risonanze al disotto della frequenza di Schroeder della vostra stanza. Non so voi, ma io preferisco mille volte un basso così piuttosto che della melma sonora che sporca tutto. Con la gamma media in bella evidenza ogni voce o strumento risulta tanto materico che quasi lo si può toccare. Mettete su un bell’assolo di batteria a volumi sostenuti e vi accorgerete subito di cosa sono capaci queste CX8 Monitor, ogni rimshot ben assestato si trasformerà in un’autentica fucilata.
Un diffusore per pestoni quindi? Niente affatto! Nelle Cantico la filosofia PRO si concilia benissimo con una notevole accuratezza, equilibrio, assenza nella maggior parte dei casi di quella eccessiva “reattività” che contraddistingue i sistemi ad alta efficienza meno addomesticati. Il manico del progettista in questo caso ha saputo sapientemente dosare due anime in contrapposizione: quella “audiophile”, setosa ma un po’ gracile quando viene il momento di chiedere di più in termini di punch e tenuta in potenza e quella più rustica, che fa della gagliardia il suo cavallo di battaglia. E l’eterna lotta tra l’apollineo e il dionisiaco, tra una natura spartana e una più gentile che trovano un buon compromesso in questi sistemi.
Le Cantico sono in grado di rendere le qualità vocali dell’indimenticabile Fabrizio De André nel primo e secondo volume di “In Direzione Ostinata e Contraria” con calore e partecipazione, la sua “critica” voce ha visto capitolare diversi sistemi dalle basse frequenze poco controllate o dal passaggio tra la bassa e la mediobassa non proprio indolore. Qui invece troviamo grande controllo, chitarre superbamente disegnate e mai ammorbidite nei repentini transienti, qui insomma si raggiunge un livello molto alto di compattezza, di concretezza. In “Don Raffaè” emerge ancora una volta un diffusore solido oltre ogni aspettativa, concreto, dal suono coeso e compatto, privo di debolezze intrinseche e foriero di grandi potenzialità. A fronte di questi ottimi riscontri, talvolta sembra mancare un pizzico di aria, in alcuni frangenti si potrebbe desiderare un timbro leggermente più aperto e cristallino, soprattutto in occasione di una non perfetta centratura dello “sweet spot”. Non saprei dirvi però se questa sensazione nasce più da un tweeter a compressione caricato a tromba, perciò con un lobo dispersivo non da urlo piuttosto che dal piccolo lack di pressione esistente in zona d’incrocio.
Una cosa è certa: questi sistemi non nascono per essere dei “trapani” ma proprio per combattere questa tendenza che si può manifestare nei monitor più duri e puri. Per questo le voci femminili in “A Woman’s World – Songs From the Finest Female Vocalist” si presentano un po’ scure ma molto sensuali, ci vengono restituite lievemente dilatate ma liquorose, mai esili o aghiformi, anche se in registrazioni non eccelse come quelle degli ABBA non è che si possano fare miracoli. Ho scelto i loro “Greatest Hits” per il sano divertimento che ogni volta mi procurano, per la loro facile e accattivante musicalità e non certamente per la qualità della registrazione che è quello che è, cioè pesantemente ritoccata in sede di editing, con le voci belle equalizzate verso le alte frequenze. Perciò le voci di Agnetha Fältskog e Anni-Frid Lyngstad risultano esili e carenti di corpo.
Mi alzo dal divano e angolo i diffusori per un “toe in” a convergere verso il punto d’ascolto. L’equilibrio timbrico migliora, la gamma media si ridimensiona a favore di un’alta più bilanciata. Ogni medaglia ha il suo rovescio ma anche il suo diritto, dobbiamo considerare che una certa direttività, sulle prime reputabile come un difetto, è tuttavia un vero toccasana negli ambienti più riverberanti. Per questo (ma non solo…) difficilmente si troverà fastidiosa, “sparata” la gamma alta, anche in ambienti acusticamente non trattati. La si scoprirà invece sempre molto analitica, in grado di seguire senza il minimo tentennamento ogni salto dinamico, dal più tenue al più esplosivo, con una nonchalance che la dice lunga sulle sue potenzialità. Così nel soave “Travelogue” di Joni Mitchell la vocalità della grande artista canadese è perfettamente integrata nel rarefatto tessuto orchestrale. Qualche cenno merita la rappresentazione tridimensionale, parametro in cui le CX8 hanno un comportamento particolare, da monitor appunto. La scena appare molto ben sviluppata in larghezza, meno in profondità e altezza, spesso poco indulgente verso l’etereo ma sempre molto solida e stabile.
Bella incisione quella di Hiromi Sonicbloom – Beyond Standard. Tutto scorre molto gradevolmente, il tappeto ritmico di basso e batteria è equilibrato ed esteso in frequenza, non alterato da giochetti di editing. Bisogna tenere in debito conto il fattore registrazione prima di addossare ai diffusori delle colpe che questi non hanno, è perciò molto importante compilare una scaletta ben assortita, nel bene e nel male, che poi diventa un’ottima base sulla quale valutare quelli che secondo il recensore di turno sono i pregi e difetti. In Beyond Standard si può dire che tutto viene alla luce in maniera molto equilibrata.
Le Cantico trasformano l’ascolto di Maurizio Baglini, alle prese con l’integrale pianistica di Modest Mussorgskji e il Carnaval Op. 9 di Schumann, in qualcosa di memorabile. Particolari come la magnifica lucentezza del medio alto, l’irrisoria agevolezza con cui vengono risolti i più brutali salti dinamici, dispensati a piene mani dal formidabile pianista pisano nei massicci blocchi accordali (insieme a momenti talmente tenui da rasentare l’evanescenza), la delicata gestione della microdinamica, rendono davvero con inusitata efficacia tutta la forza drammatica dei celeberrimi “Quadri”.
Le prime ottave sono alleggerite ma si fanno comunque valere per la superba articolazione, per una sempre conservata nitidezza, per la superba analiticità che sbroglia le matasse più intricate portando alla luce senza incertezza l’intreccio polifonico.
Laddove altri diffusori iniziano a gettare la spugna, manifestando una certa tendenza a impastare e comprimere la dinamica, queste CX8 proseguono imperterrite senza fare una piega. Ecco perché quella discrasia di comportamento tra gamma bassa e alta che talvolta è dato di sentire qui non si verifica, né a livelli bassi né tantomeno alti di SPL, anzi è proprio a questi ultimi che le sue qualità emergono alla grande.
Valery Gergiev e Gustav Mahler, un binomio potentemente espressivo che viene proposto con veemenza dalle Cantico. Efficacissime le percussioni e l’assolo di timpani nell’incipit dell’ultimo movimento della settima, i colpi sono riprodotti con grande velocità e tensione. La scena merita un discorso a parte. Come ho già detto, non si può dire che sia particolarmente profonda, il palcoscenico piuttosto avanzato qualifica le Cantico sono un diffusore da prima e non ultima fila ma offre un buon sviluppo in larghezza, tutto rimane piuttosto stabile, ciò che varia spostandosi è piuttosto l’equilibrio della gamma medio-alta, non le proporzioni prospettiche. Ancora una volta il range superiore si distingue per il persuasivo trattamento dinamico. L’eccellente microdinamica del tweeter a compressione aiuta a dare plastico sbalzo anche al più fine particolare del mandolino nel “Nachtmusik Andante Amoroso, formidabili le esplosioni orchestrali del Rondo-Finale. Allegro. Neanche Gustav Mahler evidentemente è riuscito a metterle in crisi…
La mia ponderosa serie di ascolti termina con due album di musica antica. Potrebbero essere stati interlocutori tra una bordata sonora e l’altra, giusto per far riposare le orecchie, ma sono utili a rammentarmi che se la granitica possanza non manca alla CX8 Monitor, non mancano nemmeno l’introspezione fine, il gusto e l’abilità di proporre timbriche desuete dai nostri deschi audiofili, eppure dal fascino irraggiungibile. In questo senso le Cantico si propongono come sistema completo, capace di soddisfare i palati più esigenti in quanto a SPL come i più raffinati, libero di esprimersi a volumi da giostraio in ambiente domestico senza accusare défaillance. Con la stessa valentia può tuttavia donarci il delicato zufolare di un flauto diritto rinascimentale. I due album Codex Reina e Music From The Reign Of King James I trasportano l’ascoltatore in un’atmosfera di pura spiritualità. Entrambe le registrazioni sono da segnalare per la buona definizione delle voci singole e dei cori, sempre molto ben a fuoco e luminose nei registri alti.
CONCLUSIONI
La filosofia delle Cantico CX8 Monitor si può esprimere con una semplice formula i cui termini sono un ottimo altoparlante coassiale di estrazione professionale, un cabinet sordo e tetragono alle vibrazioni e un intelligente sistema reflex che cerca di estendere quanto più è possibile la risposta sulle basse frequenze. Dal punto di vista sonoro si riagganciano a una solida filosofia monitor più che a certe evanescenti mollezze “Hi Fi”. Si potrebbe parlare di “prevalenza del medio” e in effetti la gamma centrale tende talvolta ad appropriarsi protagonisticamente della riproduzione. Definirle semplicemente come “mediose” sarebbe però riduttivo, molto più corretto è affermare che intorno a un medio energico le nostre edificano un solido tessuto musicale, non certo incompleto in tutti i parametri di valutazione.
Alle Cantico CX8 Monitor non manca nulla: tenuta in potenza, dinamica (micro e macro), analiticità, controllo, bella timbrica sono tutti elementi rappresentati a livelli alti, tanto più che ci troviamo di fronte a un sistema da stand.
Un accordo reflex ben studiato riesce a tirar fuori dal coassiale B&C, dotato di una Fs piuttosto elevata, anche una certa quantità di bassi. Anche se si esprimono a SPL inferiori alla media, la loro presenza è avvertibile, tanto che con un oculato posizionamento in ambiente il loro livello risulta accettabile.
Anche l’estetica, semplice ma ben curata, favorisce l’inserimento in ambiente di questi non piccoli diffusori.
Le Cantico riescono a percorrere sentieri musicali anche impervi senza gettare la spugna alla prima difficoltà. Sono dotate di una forte personalità senza però mai risultare intrattabili, a monte della loro prestazione è stato fatto un notevole lavoro di addomesticamento che ha portato ottimi frutti.
Le Cantico incentrano la loro riproduzione su atmosfere non “soffuse” e molto poco tolleranti delle cattive registrazioni. Nulla viene ammorbidito o edulcorato, ma messo sul piatto così com’è. In questo senso le nostre si comportano da monitor di razza, con il preciso compito cioè di rivelare non solo i pregi, ma anche le mancanze di una registrazione. La perlustrazione radiografante tuttavia non si tramuta mai aggressività, se la registrazione è degna difficilmente vedremo la fatica d’ascolto presentarsi alla porta, nemmeno a volumi elevati. A causa della capacità di disseppellire ogni recondita nuance è facile distinguere con le CX8 un Mp3, anche ad alto bitrate, da un file audio non compresso. La tessitura delle atmosfere sonore è certosina, seppur a tratti manchi un po’ di ariosità e apertura.
Per quanto riguarda le amplificazioni da dedicargli, io non lesinerei sulla potenza, nonostante la buona sensibilità media, ma soprattutto dirimerei la scelta verso elettroniche raffinate e veloci. Se guardiamo a quanto ci dice il modulo d’impedenza, potremmo classificarle come di non difficile pilotaggio, uno sguardo però all’argomento ci suggerisce che forse è meglio affidarle ad amplificazioni tetragone a impegnativi carichi reattivi.
Una coppia di Cantico CX8 Monitor costa 3.390 euro.
Ringrazio Germano Ricci di ACME per avermi concesso una coppia di Cantico CX8 Monitor in prova!
Alfredo Di Pietro