Prova Amplificatore Integrato Fezz Audio Alfa Lupi (2/3) – Nonsoloaudiofili

Ears modificato

 

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CONFIGURAZIONE E CONSIGLI PER L’USO di ALFA LUPI

L’Alfa Lupi è un Push-Pull, costituito perciò da due elementi di potenza nello stadio finale, di cui uno “spinge” e l’altro “tira”. Si tratta di una tipologia che va per la maggiore, vista la considerevole potenza che è possibile tirar fuori e il rendimento non basso dovuto al fatto che può tranquillamente lavorare in classe AB. I due tubi finali sono uguali e lavorano in modo alternato, amplificando due segnali che sono perfettamente uguali ma ruotati di 180° uno rispetto all’altro, quindi in controfase. Tali segnali vengono poi sommati nel trasformatore d’uscita, il quale gli rifasa nel primario grazie al fatto che i suoi semi-avvolgimenti sono uno in senso orario e l’altro antiorario. La rotazione di 180° viene ottenuta con uno stadio invertitore di fase che precede quello finale. Rispetto ai Single Ended c’è uno stadio in più, il citato invertitore di fase, che complica un pochino la realizzazione a vantaggio però della potenza d’uscita, che a parità di valvola è maggiore rispetto al SE. Ma andiamo al nostro che, innanzitutto, evita la piccola seccatura della regolazione periodica della corrente di Bias in quanto dotato di Autobias.

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Le quattro valvole PCL86 impiegate è come se fossero in realtà otto, perché ognuna contiene all’interno del bulbo due dispositivi: un triodo (C) e un pentodo (L), il primo si occupa della sezione di segnale mentre il secondo della sezione di potenza. Per ogni canale possiamo quindi disporre di due triodi e due pentodi. Come sono distribuiti i loro compiti? I due triodi di segnale fanno da valvola preamplificatrice e da splitter/driver per le due finali, mentre la coppia di pentodi funge da dispositivo finale di potenza.

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Il pentodo è praticamente una EL84, in tutto e per tutto, erogante in questa configurazione dieci Watt su carico di 8 Ohm. Qualcuno si è azzardato a dichiararne dodici in uscita, cosa possibile, ma si tratta anche di non tirare troppo per il collo le finali e sacrificare questi due Watt per una vita più lunga e meno travagliata del tubo. Una certa attenzione va messa nell’innestare le valvole negli zoccoli, soprattutto a non piegare i piedini (che comunque potrebbero essere raddrizzati con una pinzetta).

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Questi, in quanto immersi direttamente nel vetro, se flessi possono creare delle piccole fratture con conseguenti passaggi di aria all’interno che, nel peggiore dei casi fanno perdere il vuoto alla valvola rendendola inutilizzabile, e nel migliore possono deteriorarne le prestazioni sul lungo periodo. In ogni caso, bisogna evitare ogni forzatura nell’operazione, accertandosi prima che i piedini siano correttamente orientati verso i contatti. Non stiamo usando uno stato solido. Ogni audiofilo dovrebbe sapere che un amplificatore a valvole richiede un periodo di rodaggio iniziale, in modo tale che esso possa raggiungere il suo pieno potenziale sonoro. Ciò è dovuto alla presenza della polarizzazione residua di elementi dielettrici e alla necessaria stabilizzazione dei parametri di lavoro dei tubi a vuoto. Questa avviene mentre si riproduce musica attraverso il sistema audio. Un grado preliminare di “burn-in” dell’amplificatore viene raggiunto dopo circa dieci ore funzionamento in assenza di riproduzione sonora.

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Le piene capacità si raggiungeranno, stabilizzandosi, in un lasso di tempo che va dalle quaranta alle sessanta ore di riproduzione a livelli di volume moderati. All’inizio è consigliabile evitare brevi periodi di funzionamento, una volta acceso, dovrebbe rimanere operativo per un tempo di almeno quattro, sei ore.

LE MISURE

SETUP

Dummy Load & Differential Front End Lym Audio
Scheda Audio E-MU Creative Professional Pre Tracker USB 2.0
Multimetro digitale PCE UT-61E
Cablaggio di segnale Supra Dual RCA, Labirinti Acustici Fluxus di Potenza

GUADAGNO MEDIO: 19,785 dB (Su 1 e 5 Watt)
In realtà è piuttosto difficile (se non fuorviante) parlare di guadagno “medio”, in considerazione della sua variabilità ai vari livelli di potenza, dovuta a fenomeni di compressione. Così, se a 1 Watt risulta di 19,9 dB, a 5 Watt scende leggermente a 19,668 dB, ancor di più a 6,257 Watt e in prossimità del clipping (10 Watt), dove il guadagno si attesta su 15,168 dB.

IMPEDENZA D’INGRESSO (1 – 2 – 3)
Canali Destri: 40675 Ohm
Canali Sinistri: 41197 Ohm

IMPEDENZA D’USCITA
(8 Ohm): 5,43 Ohm
(4 Ohm): 2,74 Ohm

DAMPING FACTOR
(8/4 Ohm): 1,48

A 13 Risposta in Frequenza su 8 Ohm A 14 Risposta in Frequenza su 4 Ohm A 15 FR Differenza 8-4 Ohm (Canale Destro) A 16 FR Differenza 8-4 Ohm (Canale Sinistro)

Una certa “campana” si evidenzia ai grafici di risposta in frequenza, ma dagli estremi decisamente allargati, soprattutto sul versante delle alte frequenze. Sul canale destro, i 20 kHz si trovano rispetto al centro banda (1000 Hz) sottoslivellati di un irrisorio 0,06 dB, perciò in sostanziale linearità. In maniera del tutto dolce e progressiva, il roll-off sugli alti porta i 30 kHz a -0,25 dB, i 40 kHz a -0,51 dB e i 50 kHz a -0,83 dB. Il punto a -3 dB si raggiunge alla ragguardevole frequenza di 90 kHz. Meno rosea la situazione sul lato basse frequenze, dove si manifesta un digradare un po’ più accentuato, anche qui tuttavia manifestantesi in maniera estremamente regolare e progressiva. I 200 Hz si trovano sotto di 0,17 dB, sempre rispetto al centro banda, di 0,33 dB i 100 Hz, mentre scendendo ancora troviamo i 30 Hz a -1,39 dB e i 20 Hz a -2,5 dB. Leggermente meno penalizzato sembra essere il canale sinistro, che ha i 200 Hz a -0,12 dB, i 100 Hz a -0,25 dB, i 30 Hz a -1,20 dB e i 20 Hz a -2,2 dB. La differenza di livello tra i due canali a 1 kHz è di 0,09 dB, valore che aumenta un po’ sulle frequenze più basse. Praticamente sovrapponibili le curve relative alle risposte su carico di 8 e 4 Ohm, indice dell’ottimo lavoro svolto dai trasformatori d’uscita, mentre la forbice tra il livello dei due canali, è leggermente più ampia (0,14 dB) su 4 Ohm.

D 01 THD-THD+N 1 Watt D 02 IMD 13-14 kHz 1 Watt D 03 IMD 19-20 kHz 1 Watt D 04 IMD 250-8000 Hz 1 Watt D 05 THD-THD+N 5 Watt D 06 IMD 13-14 kHz 5 Watt D 07 IMD 19-20 kHz 5 Watt

D 08 IMD 250-8000 Hz 5 Watt D 09 THD-THD+N 6,257 Watt D 10 IMD 13-14 kHz 6,257 Watt D 11 IMD 19-20 kHz 6,257 Watt D 12 IMD 250-8000 Hz 6,257 Watt D 40 Clipping 10 Watt D 41 Clipping (Oscilloscopio) 10 Watt

Sin da un primo sguardo alle analisi spettrali, ci si accorge di essere al cospetto di un valvolare Push-Pull. Lo si evince dal sostanziale equilibrio tra la seconda e terza armonica alla potenza d’uscita di 1 Watt, rispettivamente poste a -70,396 dB e -68,795 dB, laddove nei Single Ended si verifica una netta prevalenza della seconda. Per quanto riguarda i tassi distorsivi di THD e IMD, stabilito che il clipping si verifica alla potenza di 10 Watt, sono stati individuati tre livelli test di potenza, a 1 Watt, 5 Watt e 6,257 Watt sui quali eseguire le misure. Al livello di 1 Watt constatiamo una THD dello 0,18%, in perfetta concordanza con la THD+N. La distorsione d’intermodulazione è stata misurata sui tre doppi toni di 13/14 kHz, 19/20 kHz e 250/8000 Hz (SMPTE). A 13/14 kHz si legge lo 0,12%, che diventa lo 0,13% sul doppio tono 19/20 kHz e lo 0,81% alla difficile SMPTE. Nei primi due si nota come gli ordini pari (DFD2) siano decisamente più contenuti dei dispari, come avviene solitamente in questa tipologia di valvolari. Salendo in potenza (5 Watt) si assiste a un sensibile incremento dei tassi, anche se siamo lontani dalla condizione di clipping; ciò può deporre per un basso tasso di controreazione adottato nell’α Lupi. Qui troviamo una THD dello 0,67%, THD+N ancora praticamente appaiata (0,66%) mentre l’equilibrio tra seconda e terza armonica tende a perdersi con il sopravanzare della terza (-60,43 dB contro -47,81 dB). Alle IMD si trovano, rispettivamente, tassi dello 0,56%, 0,63% e 2,98%. Al terzo e ultimo livello di potenza test, 6,257 Watt, la THD arriva all’1% (THD+N 0,98%), con le prime due distorsioni da intermodulazione che rimangono relativamente contenute se raffrontate all’armonica totale: 0,78%, 0,85%. L’impegnativa 250/8000 Hz raggiunge invece il 4,09%, con una MD2 ben inferiore alla MD3: 1,58% contro il 3,75%.

D 17 Distorsione Vs Frequenza 1 Watt D 18 Distorsione Vs Frequenza Percentuale 1 Watt D 19 Distorsione Vs Frequenza 5 Watt D 20 Distorsione Vs Frequenza Percentuale 5 Watt D 21 Distorsione Vs Frequenza 6,257 Watt D 22 Distorsione Vs Frequenza Percentuale 6,257 Watt

I grafici relativi alla distorsione armonica totale, seconda e terza armonica, consentono di verificare la situazione non su una singola frequenza, ma su tutto l’ambito della banda audio. I livelli di potenza sono i medesimi utilizzati nelle spettrali e questo per avere dei dati omogenei e direttamente confrontabili. Esaminando i grafici, possiamo fare alcune riflessioni. A 1 Watt, come avviene anche ai livelli successivi, seppur in minor misura, si assiste a tassi relativamente elevati sulle basse frequenze, in discesa sino a circa 200 Hz. In questo modo a 20 Hz, a fronte di una THD del 4,19%, la seconda armonica si attesta sul 3,32% e la terza sul 2,28%. A 281 Hz la THD tocca il minimo (0,2%), con la terza un po’ maggiore della seconda, situazione che si ribalta dai 447 Hz in poi, dov’è la seconda a prevalere. La salita dei tassi sulle alte è molto progressiva e porta la distorsione armonica totale a essere dello 0,31% a 5050 Hz (seconda 0,26% e terza 0,17%). A 10101 Hz la THD è centrata sullo 0,44%, la seconda sullo 0,4% e la terza su un modesto 0,16%. Andamento simile ai due livelli di potenza superiori (5 Watt e 6,257 Watt), però con un differente andamento della seconda e terza armonica. Quest’ultima decorre praticamente parallela alla THD, costituendone la gran parte, la seconda invece accusa delle oscillazioni: dopo i 120 Hz s’inabissa sino a toccare un minimo dello 0,17% alla frequenza di 315 Hz, in seguito risale progressivamente riavvicinandosi alla THD e terza, sino a incrociarsi con la terza a circa 8000 Hz. Una tendenza simile si apprezza a 6,257 Watt, dove rimane stabile il tasso all’estremo dei 20 Hz, sempre sul 4%, ma la curva appare più regolare in virtù dell’aumento distorsivo che si verifica nelle successive gamme e che riequilibra in qualche modo la situazione. Spostato più in alto (10 kHz) è l’incrocio tra seconda e terza armonica.

D 23 THD Vs Ampiezza

Tipicamente da valvolare, se ciò può avere una sua veridicità, appare l’andamento della THD, cioè molto regolare e progressivo. Questo porta a evitare l’insorgenza improvvisa, brusca del clipping, con benefiche ripercussioni anche sull’ascolto. In effetti, il modificarsi del suono, percepito oltre un certo limite come franco degrado, è risultato all’ascolto finemente modulabile con la sola regolazione del volume.

Tutte le informazioni che cercate sugli amplificatori FEZZ Audio le potete trovare sul sito

www.fezzaudio.it

 

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