Era il primo Luglio del 1979: per quasi due millenni l’umanità aveva ascoltato musica, ma il Walkman stava per cambiare tutto nel giro di pochi anni.
Al principio di quell’anno infatti il cofondatore della Sony, Masaru Ibuka, appassionato di opera, chiese al progettista Norio Ohga che gli costruisse un mangianastri più leggero e maneggevole del modello che la Sony proponeva allora sul mercato: il TC D5 effettivamente non era né leggero né facilmente trasportabile durante i lunghi viaggi in aereo di Ibuka.
Nacque così il prototipo di quello che sarebbe diventato un apparecchio iconico, destinato a rivoluzionare il modo in cui le nuove generazioni avrebbero fruito della loro musica preferita: il Walkman TPS – L2.
Accoglienza tiepida per i primi walkman
Il suo esordio sul mercato al prezzo di 150 Dollari fu accolto in maniera per niente entusiasmante dal pubblico e, come se non bastasse, dentro e fuori l’azienda gli scettici cominciarono a malignare che un apparecchio privo di una funzione di registrazione non avrebbe mai avuto successo.
Sbagliarono clamorosamente.
Il Walkman divenne il simbolo di un modo rivoluzionario di ascoltare la musica on the go. Se rese un gran servizio a tutti quei pendolari che trascorrevano lunghe e noiose ore viaggiando in treno o in autobus, dall’altro lato mutò profondamente la dimensione stessa dell’ascolto: le cuffie isolarono per la prima volta gli individui gli uni dagli altri e la musica divenne una questione del tutto personale.
Le evoluzioni del Walkman da quel momento in poi furono molteplici. I modelli immessi sul mercato dalla stessa Sony e da altre aziende concorrenti divennero sempre più leggeri e compatti, le cuffie divennero auricolari.
Il Dopo walkman e la musica portatile
Naturalmente, l’evoluzione tecnologica impiegò solo qualche decennio a mettere gradualmente da parte il mangianastri portatile. Fu prima il periodo dei lettori portatili di compact disc (se possibile meno compatti e più scomodi degli stessi walkman) e MiniDisc, anch’essi prodotti dalla Sony.
Nonostante questo le vendite del Walkman continuarono, anche se in maniera assai più modesta rispetto al decennio d’oro degli anni Ottanta e in un numero molto ridotto di paesi, concentrati per lo più in Asia e in Medio Oriente.
Il 25 Ottobre 2015 la Sony dichiarò, con grande sconcerto dei nostalgici, che il Walkman dopo aver venduto oltre 400 milioni di esemplari in tutto il mondo da quel lontano 1979, non sarebbe più stato prodotto. Subissato dalla maggiore efficienza, compattezza e comodità dei lettori di file MP3, in grado di mettere a disposizione di un utente centinaia e centinaia di pezzi musicali, il Walkman aveva fatto il suo tempo.
2015 – Walkman va definitivamente in pensione
È legittimo chiedersi se un marchio che ha dato tanto ad un’azienda e a intere generazioni di ascoltatori di musica sia del tutto sparito dal mercato. La risposta è non del tutto: fino al 25 Aprile 2015 “Walkman” era il nome della App di Sony che gestiva i file musicali sui smartphone prodotti dalla stessa casa. Quel giorno fu annunciata la scelta di dare all’applicazione un nome più immediato, dato che non tutti coloro che acquistavano un smartphone avevano l’età necessaria a mettere in diretta relazione la parola “walkman” con la fruizione di musica. Per questo motivo la Sony rinominò l’applicazione con uno scialbo, ma indubbiamente più diretto, “Music”.
A 37 anni di distanza è d’obbligo quindi rendere l’onore delle armi all’apparecchio che ha cominciato una vera e propria rivoluzione, ponendo la prima pietra sulla strada maestra che allo stato attuale delle cose ha condotto alla fruizione di musica in streaming e che, nei prossimi decenni potrebbe riservarci sorprese ancora maggiori.