La rivoluzione degli home theater wireless cambierà anche il modo di ascoltare musica. Oppure no.
Un impianto stereo wireless sarà in grado di fornirci un’esperienza di ascolto immersiva e totalizzante nel prossimo futuro? Sì, se WiSa raggiungerà i suoi obiettivi.
Evoluzione e ricerca sono alla base dell’evoluzione tecnologica, e gli audiofili sono affamati di evoluzione, giusto? Giusto.
Gli audiofili guardano al futuro con ottimismo e mente aperta per accogliere tutto quanto possa condurre a una più coinvolgente esperienza d’ascolto, giusto? Giusto.
E’ quindi con mente aperta e saldo ottimismo che apprendiamo la recentissima notizia secondo cui la Harman è entrata a far parte di quel gruppo di avanguardia che sta aprendo la strada alla rivoluzione hi – fi del wireless?
Adesso non esageriamo, e procediamo per gradi.
Cos’è WiSA?
WiSA è l’acronimo di Wireless Speaker and Audio Association. Si tratta di un gruppo di aziende specializzate nella produzione di impianti e di accessori hi – fi che hanno unito le proprie forze per introdurre sul mercato mondiale impianti home theater ad alta risoluzione, multicanale e, soprattutto, wireless.
Tra gli obiettivi della WiSA c’è la definizione di un ambizioso standard di qualità per gli impianti audio wireless prodotti dai brand che hanno aderito al progetto. Ad abbracciare la visione di WiSA sono attualmente 30 marchi, tra cui veri e propri pilastri mondiali della produzione di impianti e accessori per l’ascolto di musica ad alta fedeltà come Bang & Olufsen, Gibson, LG.
Come funziona un impianto home theatre wireless
Un impianto home theater wireless ha semplicemente moltiplicato gli amplificatori, installandone uno all’interno di ogni cassa – satellite. Grazie alla connessione wireless tutti gli elementi che compongono l’impianto sono perfettamente in grado di dialogare costantemente tra loro: il corpo centrale dell’impianto invia ogni segnale al satellite preposto a diffonderlo.
Tornando rapidamente a fare riferimento a WiSA, l’associazione assicura che tutti i marchi che ad essa hanno aderito producono e produrranno dispositivi in grado di lavorare in maniera perfettamente integrata anche se costruiti da brand differenti.
I vantaggi di una soluzione wireless sono chiarissimi e si riassumono in un unico punto: acquistando un impianto home theater wireless non c’è alcuna necessità di cablare l’ambiente in cui l’impianto è ospitato.
Le spese per acquistare i cavi sono azzerate così come quelle per la loro sistemazione, senza parlare poi di quanti matrimoni saranno salvati dal fatto che l’ingombro e l’impatto estetico di quei cavi non saranno più oggetto di discussione.
Fin qui tutte rose e fiori, ma come funziona davvero un impianto home theater senza fili? Quello che ci interessa indagare in questo contesto è la natura della connessione che viene stabilita tra i suoi diversi elementi.
Si tratta di una connessione wireless autonoma che, come qualsiasi altra connessione wireless, è fortemente soggetta a interferenze. Tutti gli utilizzatori di device dotati di tecnologia wireless hanno tentato almeno una volta nella vita di parlare al telefono cordless mentre riscaldavano la cena nel forno a microonde, e non è stata una buona idea.
Microonde, router e altri nemici giurati degli home theater wireless
Nella sezione dedicata agli impianti home theater wireless Sonos ha elencato con molta precisione i dispositivi che potrebbero generare interferenza con i suoi prodotti e tra essi figurano: telefoni cordless, baby monitor e altri sistemi audio/video che utilizzino la banda a 2,4GHz, tastiere e mouse senza fili, cornici digitali wireless, telecomandi per cancelli automatici e telecamere di sicurezza wireless, ripetitori per il segnale wireless e hot spot, decoder, console videoludiche e i router wireless che dovrebbero essere posti dall’impianto a una distanza minima di 30 centimetri.
Come se non bastasse alcuni materiali essenziali nella fabbricazione delle nostre case offrono una fastidiosa resistenza al passaggio del segnale wireless: intonaco, cemento e metallo sono tra i meno conduttori, mentre legno e vetro tra i materiali che vengono attraversati più facilmente.
Il problema delle interferenze tra apparecchi wireless si risolve in maniera relativamente semplice, allontanando il più possibile i dispositivi e cambiando il canale utilizzato da quei dispositivi in cui è possibile impostarne uno diverso da quello di default.
Il problema dei materiali con cui la casa che ospita l’impianto è stata costruita è di più complessa risoluzione, ma nella peggiore delle ipotesi è comunque aggirabile attraverso degli amplificatori di segnale wireless disposti in maniera ragionata. E’, inoltre, un inconveniente che si presenta molto di rado e solo in ambienti estremamente ampi o architettonicamente particolari: per sua stessa natura un impianto home theater infatti viene allocato in un’unica stanza.
In un mondo senza cavi c’è davvero spazio per l’alta fedeltà?
Da quanto è stato appena detto appare chiaro che un home theater wireless offrirà un’esperienza immersiva e appagante fino a che vostra suocera non deciderà di telefonare a casa per una chiacchierata serale e vostra moglie risponderà da un telefono cordless.
A parte la facile ironia, una volta settato appropriatamente l’intero impianto in relazione anche agli altri dispositivi presenti in casa, le interferenze nella rete wireless saranno molto probabilmente rare e brevi, ma comunque non completamente evitabili.
Per quanto infatti possano essere apprezzabili gli impianti home theater di ultima generazione e per quanto correttamente possano essere stati posizionati tutti gli elementi satellite, le loro performance saranno sempre e comunque esposte a imprevedibili cali non dipendenti né dalla qualità dell’impianto né dall’incompetenza di chi lo installa, ma dalla connettività intorno a cui l’impianto è stato costruito.
E’ un rischio che vale la pena correre? Molti risponderanno di sì: del resto anche al cinema ci sarà sempre qualcuno intento a rovistare nel pacco delle patatine durante la scena clou e non si può dire che l’esperienza di un film venga necessariamente e completamente rovinata dal maleducato di turno.
Ora abbiamo eliminato le interferenze, ma…
Il vero cuore del problema, quello che affliggerà le nostre orecchie, in realtà è ben altro. Per rendere possibile la trasmissione dei numerosi canali audio in gioco in radiofrequenza è necessario ricodificare il segnale in digitale con protocolli piuttosto complessi che ne rendano possibile la diffusione senza incorrere in inevitabili problemi di disponibilità di banda radio. Il sistema utilizzato già oggi per la trasmissione ad esempio tramite bluetooth è, ahimè, la compressione. Ciò significa che il segnale viene ricodificato con algoritmi che, a fronte di una “lieve e inudubile” perdita di qualità, rendono il flusso dati molto compatto e adatto ai canali a disposizione che hanno una larghezza di banda limitata.
Ora, parliamoci chiaro, se ascoltate la colonna sonora di un film (già qualitativamente massacrata) probabilmente non vi fregherà un fico secco di un ulteriore perdita di qualità: basta che il sub spinga.
Ma chi vorrebbe ascoltare musica attraverso un sistema simile?!?!
Vediamo cosa ne pensano gli audiofili…
Dateci un cavo e cableremo il mondo: audiofili in difesa dell’ascolto ad alta fedeltà
Si diceva in principio che gli audiofili siano in genere molto ben disposti nell’accogliere innovazioni tecniche di qualsiasi tipo a patto che, ovviamente, offrano più vantaggi che svantaggi.
Nell’ambito degli home theater probabilmente la tecnologia wireless risolve con semplicità un mucchio di problemi a fronte di un’esperienza appagante nella maggior parte dei casi e comunque decente nel caso sfortunato in cui si verifichino interferenze durante l’uso dell’impianto.
Se dovessimo però esporre agli stessi rischi l’esperienza d’ascolto assoluta che un audiofilo ricerca costantemente, la tecnologia wireless non sarà probabilmente mai in grado – in via assoluta – di reggere il confronto con un impianto connesso tramite cavi.
Il perché è presto detto: un impianto home theater veicola attraverso il wireless soltanto la parte acustica di un’esperienza più complessa, in cui il senso dell’udito riveste un’importanza molto inferiore rispetto alla vista. I dati visivi non vengono trasmessi tramite wireless: tutti gli impianti home theater sono saldamente connessi al televisore tramite cavo, quindi la parte visiva e principale dell’esperienza non è praticamente mai messa in pericolo da deficit tecnici.
Fatta questa riflessione è semplice comprendere che, essendo l’esperienza ricercata da un audiofilo fondata esclusivamente su informazioni acustiche, tali informazioni non possono essere in alcun modo esposte a rischi di interferenze, interruzioni o peggio degrado.
Tutte queste considerazioni naturalmente non toccano la questione della fedeltà della musica codificata in digitale rispetto a quella in analogico, questione ampiamente affrontata in altri momenti.
Quali sono le conclusioni sull’acquisto di un impianto stereo wireless?
Se WiSA raggiungerà gli obiettivi che si è preposta (bassa latenza del segnale, alta risoluzione audio) la tecnologia utilizzata per gli impianti home theater wireless potrà rappresentare una valida alternativa agli impianti cablati, ma fino ad allora – e probabilmente anche oltre – un audiofilo continuerà a posare metri e metri di cavi per ottimizzare il suo impianto.