Audiofilia e musica digitale: è davvero una guerra?

Sull’evoluzione degli audiofili (e sull’audiofilia)

Da una parte il legame con la ricerca del pezzo da collezione e l’approccio quasi rituale all’ascolto, dall’altra la praticità, la rapidità, l’enorme quantitativo di musica che i formati digitali in streaming mettono a disposizione di qualunque utente.

La diatriba tra i cultori della musica ascoltata in analogico da impianti ad alta fedeltà e i fagocitatori di musica digitale sarà probabilmente destinata a non esaurirsi mai.

Quello che però dovremmo chiederci arrivati nel 2017 è: gli audiofili stanno cambiando? E quanto dovrebbero ancora rimanere visceralmente attaccati al vinile e ai grandi impianti hi-fi analogici? E se dovessero indulgere nella tentazione della musica digitale, la musica in vinile vedrebbe la fine della sua lunga e gloriosa storia?

Come la musica digitale ha cambiato le abitudini degli audiofili

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L’ascolto

La musica in streaming, in tutto e per tutto figlia dei nostri tempi, induce a un ascolto a bassissima attenzione. Prima ancora che un pezzo termini è possibile passare a un altro di tutt’altra epoca e genere con brevi digitazioni.

Si finirebbe così ad essere vittime di quello che potrebbe sembrare a tutti gli effetti un disturbo nell’attenzione musicale. Si potrebbe anche ipotizzare che un audiofillo che si sia assuefatto alla fruizione di musica in digitale abbia perso la capacità di ascoltare con la dovuta attenzione e dal principio alla fine un concept album. Ma è davvero così?

No, chi si è educato ed è stato educato all’ascolto totalizzante ed immersivo non rinuncerà facilmente a questo tipo di piacere, e non perderà facilmente l’abitudine a prestare il tipo di attenzione che richiede: imparerà semplicemente modi diversi per fruire della musica in maniera adeguata al momento in cui avviene l’ascolto. Ci sarà il momento dell’ascolto attento, preceduto da un lungo rituale di preparazione dell’impianto, e il momento dell’ascolto leggero, mentre ad esempio si è in automobile e si lascia l’autoradio in modalità shuffle.

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Elton John e il suo impianto negli anni ’70

L’acquisto

La diffusione capillare della musica digitale grazie allo streaming on line (recentemente anche in codec ad altissima qualità) è sempre stata messa all’indice come una delle cause principali del crollo delle vendite di musica su supporto fisico rispetto ai decenni passati.

Considerando inoltre che con il codec MQA è ormai disponibile comodamente in streaming un enorme quantitativo di musica digitale lossless, cade lo storico e incontrovertibile punto di forza del vinile rispetto, ad esempio al CD: la frequenza di campionamento con cui è registrato il segnale sonoro.

Ne consegue che si potrebbe ascoltare nel proprio impianto hi-fi un file MQA con la stessa identica soddisfazione data dal vinile.

Si potrebbe, ma gli audiofili non lo faranno.

Chi al giorno d’oggi dovrebbe investire denaro e occupare spazio fisico per ottenere la stessa musica che potrebbe scaricare dagli store on line di musica digitale?

Un audiofilo.

A un audiofilo non basterà mai il mero possesso liquido della musica digitale o in streaming. Saggiare le dimensioni e le caratteristiche del supporto fisico, collegare i cavi e indossare le cuffie saranno sempre parti di un rituale necessario alla fruizione stessa della musica.

Questo è il motivo per cui, musica digitale in streaming o no, gli audiofili continueranno a comprare vinili per l’ascolto indoor, pur scaricando musica digitale (e di alta qualità) per l’ascolto outdoor. Continueranno a comprare musica in vinile esattamente come fecero negli anni ‘90 quando esplose l’uso del CD. All’epoca avevano ragioni tecniche, oggi hanno anche ragioni sentimentali.

Il collezionismo

Il collezionismo potrà cambiare a causa dell’avvento della musica digitale? Gli audiofili smetteranno un giorno di collezionare vinili?

Jimmy Page e la sua collezione di dischi..
Jimmy Page e la sua collezione di dischi..

No, e questa volta la musica in streaming non c’entra niente: l’archivio di file musicali in un hard disk esterno è una raccolta, non una collezione. Si collezionano soltanto oggetti fisici.

In questo caso l’unico competitor del vinile potrebbe essere il CD ma, se il vinile sta conoscendo una nuova primavera nell’ambito commerciale, il CD viene venduto sempre di meno e non avrebbe senso cominciare oggi a collezionare CD.

Perché? Perché i CD, contrariamente a quello che si diceva all’epoca della loro apparizione sul mercato, non rimangono perfettamente inalterati nel tempo.

Come tutti avremo sperimentato almeno una volta, i compact disc non tollerano l’eccessivo calore e nemmeno l’eccessiva umidità. Nel caso in cui siano esposti a un particolare microclima e probabilmente a una particolare scalogna) le superfici dei cd possono inoltre essere letteralmente colonizzate da un particolare tipo di fungo, che prolifica fino al punto di rendere il disco illeggibile.

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Inutile dire che questo non accadrà mai con un vinile e che l’unico modo di rovinarlo sarebbe danneggiarlo meccanicamente … e quale audiofilo sarebbe così poco accorto da graffiare o spezzare uno dei suoi tesori?

Avendo ottenuto un’ulteriore conferma della regola generale secondo cui più semplice è il supporto maggiore è la sua durata (qualcuno ha detto “Magna Charta”?), possiamo affermare che anche nell’ambito del collezionismo la musica digitale non costituirà mai un problema per i fruitori di musica in vinile.

Il fascino della musica in vinile: gli audiofili sono poseur? Solo quelli dell’ultim’ora

Abbiamo accennato poco fa al fatto che il mercato del vinile sia tornato inaspettatamente florido in questi ultimi anni, toccando punte di vendita che erano state raggiunte soltanto nel pieno degli anni Ottanta e quindi ben prima dell’avvento del CD.

Com’è possibile? E’ la moda.

Sembra che il vinile sia diventato il feticcio di una nuova generazione di cultori e collezionisti. Gli stessi però che, dopo aver acquistato un vinile, lo mettono nell’impianto una volta (forse due) e poi lo ripongono.

Cosa accadrà al mercato della musica in vinile quando questi collezionisti dell’ultim’ora avranno rivolto la loro attenzione a un altro oggetto del desiderio?

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Le vendite caleranno, questo è certo, ma non si azzereranno: fino a che qualcuno inciderà e venderà dischi in vinile, gli audiofili li acquisteranno perché la vera audiofilia non è una passione passeggera.

Solo se gli audiofili dovessero diventare sempre di meno la musica in digitale avrà davvero la meglio sulla musica in vinile, e questo è forse l’unico rischio concreto. Se nessuno comprasse più dischi in vinile, i dischi in vinile non sarebbero più prodotti e di conseguenza con il tempo non sarebbero prodotti gli impianti per ascoltarli.

L’unico modo per evitarlo, come nessun audiofilo si stancherà mai di ripetere, è l’educazione all’ascolto. Far nascere nuove generazioni di audiofili appassionati, acculturati ed attenti è l’unico modo per mantenere viva la fruizione della musica con mezzi analogici e conferirle pari dignità rispetto alla musica digitale.

Qualcuno sta per obiettare che la musica ascoltata da vinile ha già dignità maggiore rispetto all’ascolto di musica da supporti digitali?

E’ certamente vero per la comunità degli audiofili, ma ci sono milioni di persone per cui l’audiofilia è paragonabile alla passione per le auto d’epoca: affascinante, ma niente più che una passione da nostalgici.

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Chi andrebbe su una Ferrari 250 GTO quando potrebbe guidare LaFerrari uscita pochissime settimane fa? Per quanto la prima possa avere il suo fascino storico, le prestazioni saranno tutte a favore della seconda, il modello più potente mai progettato a Maranello.

Chiediamocelo ogni volta che saremo pronti a guardare con disprezzo malcelato i siti di streaming di musica digitale. Chi ascolterà musica in vinile se non saremo in grado di educare le prossime generazioni?

Se tutto questo parlare di vinili vi ha fatto tornare la febbre dell’acquisto, scorrete la nostra classifica dei Vinili che un Vero Audiofilo dovrebbe Possedere e lasciatevi guidare dall’ispirazione.

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