La seconda parte della lista di album meglio prodotti della storia
Una lista in cui di certo non mancano le sorprese e… gli insospettabili, ma in cui troviamo anche alcune intramontabili certezze.
N.E.R.D – In Search Of … : Inizialmente molto contaminato dall’utilizzo di drum machine e da una maggiore influenza dell’elettronica, il disco di debutto dei NERD fu riprodotto un anno dopo, nel 2002, con batterie suonate dal vivo e un sound più pesante. Mostrando l’evoluzione dei The Neptunes, in grado ormai di produrre quel sound nato dalla fusione di più generi che sarebbe diventato il loro tratto distintivo, ‘In Search Of …’ fu la testimonianza che Pharrel e Chad avevano fatto centro.
Nas – Illmatic: Dj Premier riconobbe esattamente il mondo che Nas stava dettagliando nel suo album di debutto, rispecchiando le rime del rapper del Queens sulla vita nelle livide strade di New York attraverso il suono delle metropolitane e il lamento delle sirene della polizia. Non fu recensito come uno dei migliori album di debutto di tutti i tempi, ma il beat di Premier aveva un carisma irrefrenabile che rese il lavoro di Nas quasi facile.
The Beatles – Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band: il produttore George Martin aiutò i Fab Four a buttare dalla finestra il libro delle regole del pop durante la registrazione del loro caleidoscopico ottavo album in studio, creando un capolavoro barocco di pop orchestrale, il gradimento del quale era raramente stato eguagliato fino ad allora.
Micheal Jackson – Thriller: Non c’è dubbio sul fatto che fu enorme il contributo di Quincy Jones a quello che probabilmente fu il miglior periodo creativo di Michael Jackson. Jones fornì chiarezza e calore alla mole di idee che Jackson ebbe al suo apice artistico: è evidente nella title track dell’album, in cui Jones diede sapientemente forma all’indimenticabile atmosfera che divenne un’icona dell’horror.
The Smiths – Strangeways, Here We Come: il canto del cigno dei The Smiths vide Stephen Street lavorare con Johnny Marr e fuggire da ciò che il chitarrista chiamò “Il loro sound da jingle” in cerca di qualcosa che fosse più sofisticato. Prendendo il marchio di fabbrica da ‘White Album’ dei The Beatles, la band utilizzò il sassofono sintetizzato e l’arrangiamento degli archi per un perfetto addio alle scene.
Radiohead – OK Computer: Dopo essere stato riconosciuto come “sesto membro dei Radiohead”,Nigel Goldrich con la sua produzione è un ingranaggio essenziale nella macchina dei Radiohead. Con Tom Yorke e co-citando lo stile non lineare di Ennio Morricone e Miles Davies come influenze chiave per OK Computer, il metodo “impara mentre lavori” dell’allora produttore alle prime armi procurò una scintilla perfetta per il rapido fuoco di fila di idee della band.
Miles Davis – Bitches Brew: Ispirato al compositore d’avanguardia Edgard Varese, Il produttore di quest’album, Teo Macero, prese quelle che allora erano le basi del jazz e le fuse con musica quasi polemicamente sperimentale. Utilizzando nuove e innovative tecniche di studio come ritardi sul nastro magnetico e camere riverberanti, l’approccio al suono che si ritrova nell’album fu davvero pionieristico.
Arrivederci alla prossima settimana con la terza parte!
Gli album meglio prodotti della storia – Parte 1 – Parte 3 – Parte 4
Questo articolo è stato liberamente adattato da 25 Albums With The Most Incredible Production, inzialmente apparso su NME
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