2 LP  da 33rpm.

Etichetta originale: BIS Records.

Disponibile da Novembre 2024.

Stampa numerata.

Fabio Camorani ha già ristampato diversi titoli del catalogo dell’etichetta svedese Proprius sia su LP sia su UHQCD, ottenendo sempre unanimi consensi tanto dal pubblico degli appassionati quanto dalla critica. L’eccellente qualità sonora di queste riedizioni ha convinto i vertici della Proprius a dare a Camorani la possibilità di porre mano ai nastri originali di quello straordinario capolavoro che è Jazz at the Pawnshop.

Quando ascoltò questi nastri per la prima volta, il boss della AudioNautes si rese conto che fino ad allora nessuna edizione del secondo volume di Jazz at the Pawnshop era mai riuscita a rendere fino in fondo la sua spiccata musicalità. Registrato il 6 e il 7 dicembre del 1976 dall’ingegnere del suono Gert Palmcrantz presso il Jazzpuben Stampen di Stoccolma, questo disco vede protagonista il grande sassofonista e clarinettista Arne Domnérus, accompagnato dal contrabbassista Georg Riedel, dal pianista Bengt Hallberg, dal vibrafonista Lars Erstrand e dal batterista Egil Johansen. Camorani concluse che, rispetto all’edizione originale, ogni versione successiva possedeva un’immagine sonora chiaramente in linea con le priorità che gli ingegneri del suono si erano posti nella resa dei parametri sonori che ritenevano più importanti. In ogni caso, in questi tutti i processi di rimasterizzazione finiva per farne le spese il bilanciamento complessivo. Per ovviare a questo problema, Camorani mise al centro del proprio lavoro proprio il bilanciamento. Grazie al suo rigorosissimo lavoro, Camorani ha ottenuto una riedizione armoniosa, perfettamente bilanciata e dotata di un’ampia escursione dinamica, senza la benché minima compressione e in grado di garantire un eccezionale piacere d’ascolto.

Titoli

Arne Domnérus

Over the Rainbow

Now’s the Time

Out of Nowhere

Take the A Train

Here is that Rainy Day

Struttin’ With Some Barbecue

Poor Butterfly

Exactly Like You

Jeepers Creepers

How High the Moon

Things Ain’t What They Used to Be