Recensione Fezz Audio Mira Ceti Soundrebels in Italiano (Prima parte)

Ben trovati nuovamente per leggere insieme questa recensione del Fezz Audio Mira Ceti effettuata da Marcin Olszewski e Jacek Pazio della rivista Sounrebels. Come al solito vi propongo la traduzione in italiano dell’articolo originale che potete trovare a questo indirizzo. Il materiale pubblicato è di proprietà della rivista Soundrebels e tutti i crediti sono degli autori.

Tutte le risorse in Italiano sui prodotti Fezz Audio sono disponibili sul nuovo sito www.fezzaudio.it

Questa recensione, molto lunga ed esaustiva, verrà pubblicata in due parti per comodità di lettura (e di traduzione 🙂 ) per cui…

State Sintonizzati!!

Parte 1

Stranamente, ogni volta che cerchiamo di trovare un apparecchio che unisce la qualità audio superiore alla media con un prezzo altrettanto interessante, alla fine ci troviamo  con delle valvole nel percorso del segnale. Questo è successo con il gioiellino che è l’ultima versione del Leben 300F, così come con il nostrano G • LAB Design Fidelity BLOCK. Per la verità, anche il più economico del blocco, il Cayin CS-55A se l’è cavata per dirla in modo colloquiale. Continuando su questa strada, ora è il momento per il prossimo rappresentante della produzione nazionale, questa volta in una realizzazione che è un po’ l’incarnazione di un sogno audiofilo leggendario essendo un classico Single Ended basato su tubi 300B. Hey, ma aspetta un minuto! Avevo detto che sarebbe stato conveniente, mentre il termine “SET a base di 300B a prezzi accessibili” è un po’ un ossimoro. Teoricamente sì, ma la realtà delle “Terre della Vistola” è governata dalle sue proprie regole e abbiamo potuto sperimentarlo molte volte in questi anni. Ma questa volta, invece di una episodio  apparso dal nulla abbiamo a che fare con una frequentazione, che va avanti da quasi due anni,  che hanno portato finalmente a qesto incontro al vertice.
Di chi stiamo parlando? Di Fezz Audio, un brand con il quale non solo il nostro primo contatto, ma anche alcuni consecutivi, è avvenuto solo durante le mostre e nelle condizioni associate. Per renderlo più interessante, tutto è iniziato nella primavera del 2016 a Monaco di Baviera, dove durante la preparazione del solito report completo sulla fiera ci siamo imbattuti nel loro stand condiviso con l’azienda Pylon Audio.
Come d’ abitudine, dopo aver scambiato alcune frasi di cortesia, siamo entrati nel merito degli apparecchi, ma quando si è scoperto che nessuno dei loro modelli disponibili in quel momento, si avvicinava al nostro limite inferiore di 10 000 PLN (2300€ circa) abbiamo deciso di passare temporaneamente oltre . Tanto più che le condizioni di ascolto (una cabina di esposizione in cartongesso) e la fitta folla di persone non consentivano di trarre conclusioni significative. La successiva opportunità si è verificata durante l’Audio Video Show dello scorso anno, in occasione del quale, con grande piacere, abbiamo trascorso parecchio tempo scoprendo suoni molto interessanti. È quindi stata una naturale conseguenza riprendere i discorsi interrotti e portarci qualcosa di nuovo in laboratorio.

Ma questa volta abbiamo deciso di prendere due piccioni con una fava e quando abbiamo fatto la nostra scelta di un candidato idoneo per le prove non potevamo farci sfuggire l’opportunità di avere quello che ci veniva da anni richiesto: un apparecchio  che avesse un prezzo accessibile, ma che ci potesse introdurre nell’esclusivo club della 300B.

Ecco perchè non è sorprendente la scelta di un apparecchio con questa valvola non appena ne abbiamo avuto la possibilità.

Vi invitiamo quindi a leggere le nostre impressioni acquisite durante l’utilizzo e la prova dell’amplificatore integrato Fezz Audio Mira Ceti.

Mirka (traduzione: un nome polacco femminile), e lasciatemi usare questo affettuoso nome corto per riferirmi a questo amplificatore a tubi, alletta i potenziali acquirenti già a prima vista, innanzitutto a causa del fatto che è piccolo e, in secondo luogo, non è troppo pesante, questo, dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per un amplificatore a valvole, ma considerando che invece di trasformatori classici utilizza toroidi, non c’è bisogno di spaventarsi.

Inoltre, grazie a un sistema di auto-bias, dovrebbe essere praticamente privo di manutenzione. E in più è poco costoso, ma questo l’avevamo già detto.

Coloro che hanno bambini piccoli, o altri animali più o meno domestici, non devono toglierlo dalla loro lista di dispositivi da ascoltare, poiché questa apparecchiatura è dotata di una gabbia metallica estremamente robusta che protegge i tubi, nonché un comodo telecomando che consente di regolare il volume, e quindi il dispositivo può essere posizionato in una posizione non facilmente accessibile a piccole mani / piedi / zampe.
La parte anteriore dell’amplificatore è impreziosita da una piastra in alluminio finemente lavorata posizionata centralmente con il logo aziendale. Sulla sinistra è presente una manopola di regolazione del volume e sulla destra  il selettore della sorgente. La versione fornita per il test è stata arricchita da un “Direct Input” opzionale, situato sul lato sinistro del telaio dell’apparecchio, con un interruttore dedicato. Appena dietro i tubi a vuoto, sono orgogliosamente presenti le due  calotte lucidate in acciaio inox che nascondono i trasformatori d’uscita. Il lato posteriore, considerata la sua superficie limitata è stato ingegnerizzato in modo abbastanza razionale.

In particolare sono presenti tre coppie di ingressi RCA ,i morsetti per i diffusori dedicati per 4 e 8 Ω e un connettore di rete IEC integrato con l’interruttore di alimentazione principale. Gli osservatori più acuti non si saranno persi i solidi piedini che supportano l’intera struttura. Per quanto riguarda chi è più attento all’estetica, voglio ricordare che oltre alla versione bianca, c’è anche una scelta di altre opzioni disponibili, come il nero, il rosso e bordeaux. Quindi c’è a disposizione una scelta decisamente ampia.

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Mentre descrivo questo prodotto, mi permetta di ricordare che lo scambio iniziale di corrispondenza con Mr. Maciej Lachowski di Fezz Audio è stato ben lungi dall’essere gioviale e accondiscendente come ci si aspetterebbe. Questo perchè il primo argomento che mi sono permesso di  di sollevare è stato un errore in una descrizione che, sebbene già corretto sul sito, era ancora presente nelle istruzioni e nei materiali promozionali (ancora una volta, la prova della superiorità innegabile dei media digitali su carta ). L’errore, o per dirlo in modo più corretto, l’inaccuratezza, è derivato probabilmente da un’ indagine non molto approfondita del mercato e riguardava il tipo la topologia dell’amplificatore. Il punto è che, a quanto pare, sono stato il primo , così informato da ricordarmi che in passato esisteva un apparecchio peraltro poco diffuso come il ” CR Developments Woodham ” e quindi ho richiesto la modifica della frase dove si definiva il  Mira Ceti “l’unico amplificatore a tubi Single Ended basato su trasformatori di uscita toroidali ”  in “uno dei pochi amplificatori a tubi Single Ended al mondo costruiti con trasformatori d’uscita toroidali”. Un dettaglio, ma l’ho apprezzato.

OK, adesso che sappiamo che le viscere di Mirka sono dotate di trasformatori toroidali, realizzati ovviamente da Toroidy.pl, è il caso di dare un’occhiata ai tubi a vuoto che si vedono sulla parte anteriore. Come potete vedere nelle foto, lo stadio di uscita si basa sulla popolare e relativamente poco costosa 300B Electro-Harmonix Gold, mentre il Tung-Sol 6SN7GTB (il recensore si riferisce alla Tung Sol di attuale produzione che viene costruita a sua volta da Electro Harmonix) è utilizzata come driver.

Apparentemente, e puramente in teoria, 8W non sono molti  e il buon senso indicherebbe che quando si decide per un’ amplificazione di potenza così limitata, si dovrebbe al più presto optare per altoparlanti ad alta efficienza che siano anche un carico leggero e facile. Ma questo è solo un’analisi puramente accademica, come già indicato in precedenza il  G • LAB Design Fidelity BLOCK, che offre una sorprendente potenza di 5,5W, ha dimostrato che i Watt a valvole devono essere trattati con il dovuto rispetto e che talvolta certi diffusori considerati difficili sono proprio quelli che fanno lavorare meglio l’amplificatore.

La seconda parte del test sarà condotta da Jack con i diffusori ISIS di cui potete leggere la recensione , ma per quanto riguarda me per testare l’amplificatore con diffusori notoriamente difficili e preoccupanti per la maggior parte degli amplificatori utilizzerò le mie Gaudery Arcona ( 4Ω e “sufficiente” efficienza, almeno secondo dr Roland Gauder): un test con tutte le premesse per non dare un buon risultato. Alla fine abbiamo deciso che, se Mirka non ce l’avesse fatta ad affrontare il compito questo sarebbe stato chiaramente segnalato, e la sua permanenza a casa mia sarebbe stata solo al fine di effettuare il servizio fotografico. Ma per fortuna, nel cosiddetto “frattempo”, ho ricevuto per recensirle, una coppia di altoparlanti Taga Harmony Coral F-120 adatti perfettamente al colore (anche loro bianche), che non solo avrebbe potuto offrire un’impedenza più agevole di 6Ω, ma in più, la loro efficienza si è rivelata essere abbastanza alta con un dato che passa da 90 dB a 93 dB in base alla fonte.

In sostanza, non c’era solo un piano “B” disponibile, ma anche un piano “C”.

E quindi? Considerando che Mirka, quando l’ho collegata alla Gaudery, ha semplicemente iniziato a suonare come se nulla fosse, senza alcuna preoccupazione, suonando a un volume pienamente soddisfacente, raggiunto semplicemente con la manopola del volume sulle ore nove  cioè puntando alla cifra 3 o forse 3.5 sulla scala dell’ attenuatore.

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Un Miracolo?

Non necessariamente, ma non volendo stressare l’amplificatore in prova fin dall’inizio ho iniziato con un po’ di pop leggero come “Faith” di George Michael.

La prima traccia … la seconda traccia … Wow! È così “Cool” il suono che si sente. Ha il “Tiro”,la saturazione tonale incredibilmente colorata nonché la giusta omogeneità tipica di un 300B.

Non c’è niente che “fa male”. Niente che disturba le orecchie. Anche il piccolo basso “plasticoso” ora diventa un po’ più audace e morbido, ma una tale trasformazione avviene chiaramente in senso positivo e non c’è niente di cui preoccuparsi, perché questo modo di riproporre il suono è il vero e proprio sogno di molti audiofili.

Cambiamo il repertorio con qualcosa di minore, in particolare il compianto re del Blues Romantico Leonard Cohen e il suo ultimo album “You want it darker” che ci mostra un’altra faccia di Mirka.

La voce del cantante è delineata con straordinaria deferenza, accentuata e spinta verso la parte anteriore della scena leggermente più del solito. C’è qualcosa di molto magico in questo tipo di presentazione, qualcosa di intimo e fenomenale. Non sto dicendo che i musicisti che hanno accompagnato il compianto Bardo siano stati messi in ombra, ma questa volta era molto chiaro di chi fosse il vero show.

Alcune parole buone devono essere spese anche per quanto riguarda la spazialità.

Lo scena non aveva né la tendenza a perdere profondità, né ad essere focalizzata solo al centro. Nessuna di queste cose. Tutto era nel suo posto giusto e se dovessi essere preciso forse dovrei notare la tendenza ad evidenziare i contorni delle sorgenti sonore virtuali, come pure la fedeltà della rappresentazione della corretta aura di riverberazione tipica per alcune registrazioni acustiche e jazz (“Vägen” Tingvall Trio).

Presumo però che si potrebbe ottenere molto di più da questo amplificatore Fezz Audio, cambiando le valvole. Per cominciare i tubi di segnale: diciamo, ad esempio, una bella 6SN7 Full Music Gold. E se il suono allora si evolvesse nella direzione prevista, potremmo poi considerare  con tranquillità la sostituzione delle 300B.

Non è il caso di pensare immediatamente a una coppia di Sophia Electric Princess Royal, ma ci sono un sacco di interessanti tubi 300B sul mercato fra cui scegliere.

Alcuni ulteriori cambi di dischi non hanno fatto altro che confermare la versatilità del’apparecchio in prova, e invece di chiedermi se questo amplificatore fosse adatto ho semplicemente suonato qualsiasi cosa il mio umore del momento mi suggerisse di suonare. Fino a quando sul giradischi ho appoggiato “Ray of Light” di Madonna. Un istante di preoccupazione, di esitazione, poco prima di abbassare il braccio – non sto “esagerando” ora? Andiamo avanti comunque. Un click di un interruttore, una breve pausa, un cambiamento degli altoparlanti al modello Taga e … tutto va piuttosto bene, per due terzi è tutto a posto, ma questa volta c’è decisamente troppo basso. Semplicemente, la quantità ha oscurato la qualità. Ma anche le parti superiori della banda audio sono state prese a calci, dove la loro colonna vertebrale termina con il suo nobile nome. I tweeter a cupola convenzionali, non troppo sofisticati, sono lontani dalla risoluzione e dalla finezza del Tweeter AMT delle Gauder. Ebbene, forse anche rumori sintetizzati realmente subsonici hanno sopraffatto il Fezz e si sono rivelati molto più di quanto esso potesse sopportare. Tuttavia, dopo aver suonato il primo lato dell’album, ho deciso di tornare ai miei diffusori normali. E questa è stata la decisione giusta, perché tutto è tornato alla normalità e tutto ciò che precedentemente era sfocato, quasi fuso in una massa informe ha ora contorni piuttosto realistici e una struttura altrettanto definita. Siamo quindi di fronte alla situazione in cui “Quando il gioco si fa duro i duri reggono il gioco”? Per verificare la tesi di cui sopra, come materiale di prova, ho deciso di utilizzare “Hardwired … To Self-destruct” dei Metallica.

A questo punto potrebbe sembrare incredibile, ma alla prova dei fatti, Mirka, ancora una volta, ha affrontato il compito di buon grado. Ovviamente a un volume ragionevole, lontano dalla realtà di un concerto. Ma di fatto non ha avuto alcun problema.

Se si evita di eccedere inutilmente col volume non si percepiscono nè distorsione e nemmeno compressione, anzi  quello che affascina è la ricchezza e l’energìa del messaggio che si percepisce, qualcosa di cui è impossibile non innamorarsi. Dopo questo esperimento, ho smesso di giocare e ho iniziato a trattare il Fezz come un semplice amplificatore qualsiasi, il cui compito è quello di amplificare i segnali forniti e di pilotare correttamente gli altoparlanti che sono collegati ad esso. In primo luogo, va notato che durante il periodo in cui Mirka è stata ospite nel mio sistema, non per un solo istante le è stata concessa indulgenza, il che significa più o meno che lavorava ogni giorno, e non solo per poche ma piuttosto per dozzine di ore al giorno.

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Contrariamente ai dubbi iniziali, Fezz Audio Mira Ceti non solo ha il potenziale e costituisce un ottimo punto di partenza per ulteriori sviluppi, ma in qualche modo rappresenta, fin dall’inizio, un prodotto completo e finito che può offrire un sacco di divertimento ed  esperienza musicale.

L’utilizzo dei tubi standard, come previsto dal produttore, è una scommessa sicura, una proposta in grado di soddisfare gli amanti della musica e gli audiofili, ma mentre i primi difficilmente rimaneggiano il loro apparecchi , concentrandosi piuttosto sugli aspetti puramente edonistici dell’ascolto, gli altri, le orecchie, infettate da nevrosi audiofila, non si negheranno certamente il piacere del proverbiale “Tube Swapping”.

Mirka introduce un nuovo livello di qualità. E per quanto riguarda Fezz Audio stessa, sono estremamente compiaciuto di poter affermare in piena coscienza di poter iscrivere il Mira Ceti nell’elenco dei prodotti sotto il capitolo „Poles can DO IT” (“I Polacchi possono farlo” ndt.) .

Marcin Olszewski

Il sistema utilizzato durante la prova:

– CD / DAC: Accuphase DP-410; Ayon CD-35
– File players: laptop Lenovo Z70-80 i7 / 16GB RAM / 240GB SSD + JRiver Media Center 22 + TIDAL HiFi + JPLAY
– Digital sources selector: Audio Authority 1177
– Turntable: Kuzma Stabi S + Kuzma Stogi + Shelter 201
– Phonostage: Abyssound ASV-1000; Tellurium Q Iridium MM / MC Phono Pre Amp
– Integrated Amplifier: Electrocompaniet ECI5
– Preamplifier: Accuphase C-3850
– Power amplifier: Accuphase P-7300
– Loudspeakers: Gauder Akustik Arcona 80 + spike extenders
– IC RCA: Antipodes Audio Katipo
– IC XLR: LessLoss Anchorwave; Organic Audio; Amare Musica
– IC Digital: Fadel art DigiLitz; Harmonic Technology Cyberlink Copper; Apogee Wyde Eye; Monster Cable Interlink LightSpeed 200
– USB cables: Wireworld Starlight; Goldenote Firenze Silver
– Speaker cables: Organic Audio; Signal Projects Hydra
– Power cables: Furutech FP-3TS762 / FI-28R / FI-E38R; Organic Audio Power; Acoustic Zen Gargantua II; Acoustic Zen Twister
– Power distribution board:: Furutech e-TP60ER + Furutech FP-3TS762 / Fi NCF-50 (R) / FI-50M NCF (R)
– Wall power socket: Furutech FT-SWS (R)
– Anti-vibration platform: Franc Audio Accessories Wood Block Slim Platform
– Ethernet cables: Neyton CAT7+
– Table: Rogoz Audio 4SM3
– Accessories: Sevenrods Dust-caps; Furutech CF-080 Damping Ring; Albat Revolution Loudspeaker Chips

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