Impianti audio wireless: non è ancora tempo per la rivoluzione

Home Audio System vs Audiofilia: una battaglia da combattere?

Gl impianti audio wireless dominano il mercato mondiale con vendite in continua crescita, trainando l’intero settore. E’ una svolta epocale con cui dover fare i conti.

Si tratta di un ulteriore passo avanti nel rinnovamento tecnologico del settore audio – video che vede la connessione wi – fi sostituirsi (perché più affidabile e versatile) alla tecnologia Bluetooth del cui (funesto) rapporto con la musica ad alta fedeltà abbiamo già avuto modo di parlare.

Se l’audiofilia ha dichiarato guerra aperta alla musica liquida ascoltata con questo tipo connessione tra device, è ora di prendere in esame in maniera approfondita l’ascolto di musica trasmessa agli amplificatori attraverso una rete wi – fi.

Sì, avete capito bene, prendete i vostri tranquillanti: niente cavi.

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Cosa sono gli impianti audio wireless e quali vantaggi presentano

Un wi – fi home audio system o impianto audio domestico in wi – fi è esattamente quel che dice il nome: un impianto audio in grado di riprodurre musica trasmessa attraverso la rete internet domestica da un qualsiasi device (computer, tablet, smartphone) ai suoi altoparlanti.

Gli elementi che lo compongono possono essere distribuiti a piacimento in un’area che sia coperta da una robusta rete internet e con un solo apparecchio – trasmittente si possono inviare comandi a tutti gli altoparlanti.

Nei decenni passati la chiamavamo filodiffusione. Ora è uguale, al netto del filo.

E’ innegabile che in questo tipo di soluzione ci siano dei vantaggi:

  • Non c’è necessità di procedere a costosi lavori di cablaggio della casa.
  • Gli altoparlanti possono essere spostati per adeguare la diffusione del suono alle esigenze dei diversi momenti: con la stessa apparecchiatura si potrà organizzare un party musicale in piscina e una cena indoor tra la cucina e il salotto.
  • La musica riprodotta può avere qualsiasi origine, basta che sia liquida: streaming in alta o bassa qualità, database di un computer, database di uno smartphone eccetera. Ne consegue che si ha a rapidamente a disposizione – soprattutto con lo streaming – una quantità inimmaginabile di musica.
  • Grazie allo sviluppo della domotica (parliamo di Amazon Echo Dot, considerato un gioiellino del settore per il rapporto costo / prestazioni) sarà possibile comandare l’impianto audio di casa attraverso dei semplici comandi vocali. Quest’ultimo punto in realtà ci trova un po’ dubbiosi: riuscirà l’Echo Dot a riconoscere i comandi vocali che gli vengono impartiti mentre la sua ricezione di suono è disturbata dalla musica?

 

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Se parliamo di stabilità del segnale e di facilità con cui il segnale viene propagato, gli impianti che comunicano su una rete wi – fi godono di diversi vantaggi rispetto a quelli che comunicano attraverso la tecnologia Bluetooth:

  • Il segnale wi – fi ha una copertura più ampia che inoltre può facilmente essere ampliata con appositi ripetitori.
  • Il segnale wi – fi non occupa il canale audio del telefono, qualora fosse un telefono ad essere utilizzato come controller dell’impianto. Ne consegue che si potrà chiamare o ricevere una chiamata senza interrompere l’ascolto di musica dall’impianto.
  • Gli impianti audio wi – fi dispongono comunque anche di tecnologia Bluetooth alla quale, quindi, gli irriducibili appassionati non sono costretti a rinunciare.

Home Audio System e cuffie wireless tra i prodotti trainanti del mercato dell’audio

Dopo aver esaminato i notevoli vantaggi degli impianti audio wireless rispetto a quelli Bluetooth, non possiamo stupirci del riscontro che questi prodotti stanno avendo sul mercato.

Secondo un recente bilancio della Futuresource Consulting, le vendite degli home audio system wireless sono aumentate del 33% negli ultimi 3 mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Seguono a pochissimi punti di distanza le vendite di cuffie wireless, aumentate del 24% soprattutto a seguito della decisione di Apple di eliminare il jack audio ai suoi dispositivi.

L’hardware di tipo tradizionale come gli altoparlanti cablati, hanno visto invece una penosa flessione delle vendite, ulteriore segno che l’audiofilia sta perdendo terreno, ma ci sono le condizioni per cui possa nascere un nuovo tipo di audiofilia?

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Un wi – fi può essere hi – fi? C’è chi dice sì

La qualità del suono, quasi inutile specificarlo in questa sede, è la principale preoccupazione di un audiofilo.

Per giungere a una riproduzione sonora soddisfacente c’è necessità che il supporto di origine sia di qualità, che la trasmissione dell’informazione sonora fino agli amplificatori sia eccellente e infine che gli amplificatori facciano il loro dovere e siano disposti secondo criteri ben noti che qui non ripeteremo.

Affrontiamo ora un problema per volta, al fine di comprendere se è possibile una nuova audiofilia wi – fi:

L’origine

Se parliamo di wi – fi parliamo di musica digitale e parallelamente di musica liquida.
La maggior parte dei servizi di streaming musicale più famosi mette a disposizione file di qualità comparabile a quella degli ormai vecchi CD. Inaccettabile.
Sappiamo però che di recente sono nati servizi in streaming in alta fedeltà, in grado di veicolare formati di file audio lossless come il MQA.

La trasmissione dei dati

E’ strettamente necessario che la rete wi – fi su cui si effettua la trasmissione dei dati sia stabile e veloce. Sarebbe ridicolo avere un file di altissima qualità, un impianto in grado di far cantare Freddie Mercury nella stanza di fianco e dover attendere il buffering dello streaming.

La riproduzione finale

La scoperta dell’acqua calda: per quanto il formato di origine possa essere lossless, per quanto affidabile possa essere la rete che trasmette i dati da una parte all’altra dell’impianto, l’impianto deve suonare decentemente, altrimenti è tutto inutile.

Attualmente i migliori impianti audio wi – fi in commercio sono i seguenti:

  1. Google Chromecast Audio: ottimo rapporto qualità prezzo, molto semplice da usare, non impone l’utilizzo di complicate App per la sua gestione.
  2. Sonos: è sicuramente più costoso, e più esclusivo di molti impianti dello stesso tipo, ma attualmente è nel top di gamma sia per resistenza dell’hardware sia per la qualità del suono.
  3. Bose SoundTouch: ottimo, leggermente peggiore del precedente. Supportato da un gran numero di App e di combinazioni per l’accesso rapido alle sue funzioni.
  4. Yamaha MusicCast: un impianto audio di buona qualità e di semplice utilizzo, l’unico limite è che dialoga soltanto con altri device Yamaha.

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Come sopravvivere alla musica in wi – fi: una guida per audiofili sull’orlo di una crisi di nervi

Quali conclusioni possiamo trarre, giunti a questo punto?
Come si comporterà un audiofilo invitato ad ascoltare musica da un impianto audio wi – fi?

Quali sono i “sì, ma …” che un audiofilo sciorinerà nel nome dell’audiofilia vera a tutti coloro che stanno gradualmente passando dalla parte del wi – fi?

Innanzitutto, dobbiamo guardare in faccia alla realtà: le condizioni per una vera rivoluzione dell’audiofilia ci sono. Origine, trasmissione e riproduzione della musica si avviano ad essere in alta fedeltà anche se effettuati attraverso una rete dati.

Ma nella testa di ogni audiofilo sta ronzando la stessa domanda: cosa succede c’è un down della rete?
Immaginiamo ad esempio di essere all’ottavo minuto d’ascolto della seconda parte di Shine On You Crazy Diamond e, sul più bello, la linea va giù. Il silenzio piomba come un pugnale nel cuore, e non rimane altro che aspettare, inermi.

Ebbene, obietterà qualcuno, non accadrebbe la stessa cosa con un impianto tradizionale se ci fosse un black out? Certo, accadrebbe, ma i black out annuali si contano sulle dita di una sola mano nella stragrande maggioranza delle città italiane.

La vostra connessione internet è altrettanto stabile?

Quindi continuiamo a fare audiofilia alla vecchia maniera? La risposta è sì.

Qualcuno ha improvvisamente bisogno di cavi?

1 commento su “Impianti audio wireless: non è ancora tempo per la rivoluzione”

  1. La stabilita’ della connessione internet e’ rilevante solamente se la sorgente dei file e’ esterna (TIDAL, WBOZ etc.): se il file si trovano in casa (intranet) ovvero su un hard disk o un NAS in problema non si pone

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